Siamo tutti già connessi ed i nostri dati viaggiano all'interno della grande rete di Internet. La velocità con la quale questo canale permette di condividere informazioni è impressionante. Sulla rete transita di tutto: foto, notizie, transazioni bancarie, film in streaming e dati relativi alla nostra salute. Già, la nostra salute è online.
Condividiamo le informazioni "mediche" che ci riguardano già da diverso tempo e, per essere precisi, da quando nei nostri smartphone hanno fatto la loro comparsa diversi sensori biometrici. La frequenza cardiaca, il numero di passi, la saturazione dell'ossigeno e molti altri.
Un giorno nel cloud
Lo scenario qui proposto non è lontano dalla realtà, poiché tutti gli strumenti qui elencati, sono di facile reperibilità. Probabilmente non ci facciamo caso, ma già da adesso è possibile avere, quasi costantemente, ogni parametro fisiologicamente attinente alla nostra vita monitorato e registrato.
7:00. La sveglia suona, il nostro smartwatch ci informa che abbiamo dormito per 6:30, dobbiamo fare di meglio. Le metriche riportano con esattezza i movimenti notturni, la fase di sonno leggero e la fase di sonno profondo.
7:30. La bilancia ci informa del nostro peso, restituendo la percentuale di massa muscolare, di grassi, di liquidi e perfino la massa ossea.
9:30. Siamo già in ufficio, abbiamo percorso 3500 passi circa. Ottima idea quella di lasciare la macchina un po' distante.
12:30. Lo smartwatch monitora costantemente le pulsazioni. Abbiamo un po' di fame, siamo nervosi e la frequenza cardiaca aumenta.
15:00. Sempre in ufficio. Siamo a soli 7000 passi, il target è di 10000. Lo smarwatch ci chiede di muoverci un po'. Evitiamo di telefonare ai colleghi e facciamo due rampe di scale per parlare con loro.
18:00. 9500 passi, il cuore è sempre sotto controllo, ma ci sentiamo un poco deboli. Misuriamo con lo smartphone la saturazione dell'ossigeno. Tutto ok.
19:00. C'è ancora luce per fare un po' di corsa. Indossiamo un sensore particolare che registra i parametri del nostro allenamento: inclinazione del busto, tempo di appoggio al suolo, frequenza di cadenza e tanto altro ancora.
20:30. Ora di cena. Il cuore è sempre sotto costante controllo.
21:30. Ora dei social. La nostra marca di accessori preferita ha un sito dedicato dal quale controllare le metriche. Abbiamo corso bene, e abbiamo sbloccato perfino un record.
23:30. Fine del film d'azione. Questa notte dormiremo maluccioì. Lo sapremo domani, perché il cuore ed i movimenti saranno costantemente registrati.
Queste informazioni sarebbe già sufficienti per avere un quadro sistemico della salute di un individuo, ma non basta. Con gli ultimi sensori e con la migliorata efficienza tecnologica, è possibile profilare in modo accurato la qualità del sonno, l'intensità e l'efficacia di un allenamento, la composizione suddivisa in massa magra/grassa/liquida/ossea del corpo. In modo del tutto automatico e trasparente dall'interazione dell'utente.
Tutti questi dati sono recepiti da decine di sensori sparsi negli oggetti di utilizzo comune, elaborati in prima istanza dagli smarphone oppure dagli smartwatch e inviati, tramite la rete, sui server che si occuperanno di effettuare ulteriori analisi statistiche e conserveranno (per molto tempo) cosa accade giornalmente ai nostri parametri.
Tutto questo avviene in modo costante, e del tutto trasparente. Non siamo noi a decidere di inviare i dati, eccezion fatta per l'applicazione del consenso in fase di installazione del software/app o dell'acquisto del telfono. Tutto è automatico.
È iniziata l'era della salute in cloud.
Vantaggi della salute in cloud
Il primo, ed evidente, vantaggio che deriva dalla capacità di archiviare nel cloud i propri dati di salute deriva dal fatto che essi sono sempre presenti e reperibili.
Basta sfruttare l'app, un browser e perfino un orologio, per avere traccia dell'attività, della media dei parametri, delle ultime sessioni di allenamento e di tutti gli altri dati che possano da essi derivare. Anche in questo caso, non basta soltanto una semplice visualizzazione dei dati poiché grazie anche alla enorme potenza di calcolo garantita dal cloud, e grazie all'avvento dell'intelligenza artificiale (deep learning e/o machine learning) è possibile valutare su larga scala lo stato di salute e riportare, le medesime valutazioni, sul singolo paziente per la predizione della sua presente e futura salute.
Non è una novità, ad esempio, che i nuovi dispositivi permettano di valutare costantemente le informazioni sull'attività cardiaca e possono, in totale autonomia e trasparenza, avvisare in caso di scompensi cardiaci. Già da diverso tempo, algoritmi possono prevedere e scongiurare attacchi cardiaci semplicemente analizzando alcuni dei parametri del nostro cuore.
La presenza discreta di sensori, all'interno di oggetti di utilizzo comune, permette di recepire, accumulare e processare una moltitudine di dati.
Privacy
Che fine fanno i nostri dati? La risposta non è semplice poiché, ciascun servizio, può chiedere all'utente (attraverso le clausule e le informative sulla privacy) che tipo di trattamento e di divulgazione possano essere compiuti con i dati forniti. È importante comprendere che, sebbene apparentemente non possano sembrare dati sensibili, ad esempio paragonabili al pin di una carta di credito, i dati sulla salute sono un patrimonio personale non indifferente. La loro valutazione, sia automatica sia umana, permette di delineare un quadro molto intimo dell'individuo.
Per questo motivo, la privacy dei dati di salute, presenti in cloud, deve essere sempre garantita. Dall'altra parte, anche l'utente finale, dovrebbe essere sempre informato sul tipo di trattamento e sul rischio che deriva dalla condivisione dei dati personali. Ad esempio, un soggetto che manifesta una obesità potrebbe ricevere annunci pubblicitari su prodotti dimagrandi (o nel peggiore degli scenari, sfruttando l'effetto psicologico inverso, potrebbe essere soggetto a spot che promuovono il cibo spazzatura).
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