Negli ultimi anni, l'interesse nei confronti degli alimenti prodotti con i cosiddetti grani antichi è aumentato. A favore di questo tipo di ingrediente, sembrano esserci molteplici aspetti di natura nutrizionale ed anche ambientale. In particolare, a detta di alcuni, i grani antichi sono più salutari in quanto contengono meno glutine e proteine più valide dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, i grani antichi sarebbero migliori poiché non sono il frutto di ricombinazioni genetiche più o meno artificiali.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: è vero che i grani antichi sono migliori rispetto a quanto fino ad ora proposto nell'industria alimentare?
Miti e leggende sui grani antichi
In realtà, nessuno studio ha confermato una migliore qualità nutrizionale dei grani antichi rispetto i grani attualmente utilizzati. Il quantitativo di glutine è, inoltre, lo stesso. Anche dal punto di vista ambientale, coltivare i cosiddetti grani antichi non diverge dalle tecniche e dei metodi di coltivazione attualmente utilizzato.
Tumminia, saragonella e russello sono soltanto alcuni dei cosiddetti "grani antichi", coltivati nei secoli scorsi e poi abbandonati in favore di coltivazioni a miglior rendimento.
L'utilizzo di pesticidi, o di sostanze concimanti in grado di accrescere la pianta in tempi più rapidi, è del tutto uguale indifferentemente dal grano. Per questo motivo, allo stato attuale, non esistono sostanziali differenze nutrizionali oppure relative alla salvaguardia ambientale dall'utilizzo di un grano anziché un altro.
Digeribilità
Anche sul fronte della digeribilità dei grani antichi non ci sono notizie certe. La composizione, del tutto simile, non sembra poter giustificare una migliore digestione del grano.
Parte introduttiva: A cosa serve una corretta alimentazione?
Feedback
Il tuo aiuto è importante. Ti chiediamo un minuto per rispondere a questo breve sondaggio
Come valuteresti questo articolo?
Vuoi suggerirci qualcosa?