Nutrizione:No alle diete fake - nutrizione

Diete miracolose. Perdita di peso in pochi giorni e aspettative di vita ultracentenarie. Sono le cosiddette fake-diet, diete assurde che di Scientifico hanno ben poco e che possono portare a danni importanti della salute.

L'incipit potrebbe essere molto semplice: evitate tutte le diete che iniziano con "La dieta del ..." oppure "La dieta di ...", associando un profilo nutrizionale a uno specifico alimento oppure a un "ideatore". Questo perché, alla luce degli enormi progressi compiuti nel campo della Nutrizione è ormai certo che qualsiasi profilo nutrizionale deve essere letteralmente progettato su misura del paziente.

Non esiste dunque una dieta universale, né un tipo di alimentazione miracolosa che - spesso - promette di guarire da importanti patologie, come ad esempio il cancro. La diversità di ogni singolo paziente, in termini di preferenze alimentari, stato nutrizionale, patologie accertate oppure fattori di rischio, deve rispecchiarsi nel profilo nutrizionale che, di conseguenza, diventa unico.

La corretta nutrizione rappresenta uno dei proncipali determinanti di salute e di benessere; in alcuni contesti può perfino avere un carattere diagnostico, ad esempio nella dieta di esclusione dove il professionista della nutrizione opera una valutazione di esclusione su alcuni elementi che provocano intolleranze nei lattanti.

Professionisti della nutrizione

Il termine professionista della nutrizione è specifico e regolamentato. In Italia, la valutazione clinica di un soggetto spetta al medico che - pertanto - può anche operare in regime terapeutico proponendo una alimentazione bilanciata e ripartita, anche con l'ausilio di un dietista. Il biologo nutrizionista, inoltre, può valutare lo stato nutrizionale di un paziente e stilare un piano nutrizionale specifico. Le figure appena menzionate derivano da un percorso di studio specifico e altamente formativo. Tuttavia, non basta aver conseguito una Laurea in Medicina o Biologia per esercitare la professione poiché è necessario appartenere al rispettivo ordine professionale e avere accesso ad una assicurazione professionale. Questo passaggio è spesso disatteso e può portare a numerosi rischi per la salute dei pazienti.

Forchetta e metro
Il professionista della nutrizione lavora esclusivamente per il mantenimento dello stato di salute, sia fisica che psicologica ove possibile, del paziente, sia per raggiungere un obiettivo, ad esempio la perdita di peso. Per fare ciò, il professionista attinge dall'esperienza e dalla formazione acquisita in ambito universitario, integrata dai costanti corsi di aggiornamento specifici per il ramo di specializzazione.

L'appartenenza ad un Ordine professionale è uno stato a totale garanzia del paziente. L'Ordine, infatti ha una duplice funzione: sorvegliare sull'operato dei propri iscritti e garantire una costante formazione e aggiornamento dei professionisti ad esso associati.

Per questo motivo, prima di affidarsi a una figura professionale è necessario verificare che la stessa possieda i requisiti. Il professionista è obbligato a fornire qualsiasi riferimento utile per la sua identificazione nel relativo ordine professionale e deve agevolare la fruizione dei dati che lo possano associare all'iscrizione a un determinato ordine.

Dieta dal personal trainer? No grazie

L'attività sportiva, all'aperto o in palestra, rappresenta sempre un incentivo per migliorare la forma fisica e, in generale, la salute. In alcuni casi, sedicenti "nutrizionisti associati alle strutture sportive" propongono su dei comuni fogli prestampati delle diete e dei profili nutrizionali. Il valore del profilo nutrizionale, per le considerazioni sopra esposte, è pari a zero. Inoltre, in alcuni casi, applicare un regime alimentare non personalizzato può avere conseguenze molto gravi. Basti pensare alle diete "low-carb", che - se non bilanciate - possono saturare l'organismo di proteine. Se queste diete venissero proposte a soggetti affetti da iperuricemia potrebbero insorgere numerose complicazioni. Oppure si pensi a regimi alimentari che non tengono conto di condizioni rare, ma potenzialmente letali, quali la fenilchetonuria oppure il diabete.

Il professionista è in grado di valutare in modo autonomo qualsiasi potenziale problema legato all'attuale alimentazione del paziente, mediante esplicita diagnosi medica, ed è allo stesso modo perfettamente in grado di elaborare un piano nutrizionale completo che possa tenere in considerazione anche l'attività fisica agonistica. Le figure non professionali non possono in alcun modo adempiere a ciò sia perché non presentano le competenze adatte sia perché mancano del complesso sistema di controllo e di formazione che, invece, è garantito dal professionista.

Anche i professionisti sbagliano

Per ovvie ragioni anche i professionisti, in buona o cattiva fede, possono sbagliare. In questo caso non è semplice valutare in modo scientifico l'operato di un professionista ma nulla vieta di chiedere il famoso "secondo parere" rivolgendosi ad altri medici o nutrizionisti. L'appartenenza all'Ordine professionale limita la malafede poiché stronca alla base qualsiasi atteggiamento contrario ai principi dell'Etica professionale e del buonsenso. I casi nei quali medici o nutrizionisti si prestino a diete che di scientifico hanno ben poco, se non nulla, sono per fortuna pochi.

In linea generale, è sempre opportuno valutare attentamente perfino i professionisti che "tolgono" intere classi di nutrienti quali i carboidrati, i grassi o le proteine e - allo stesso modo - prestare attenzione a tutti coloro che, invece, propongono rimedi miracolosi a base di vitamine o di integratori alimentari. A torto, sia le vitamine sia gli integratori, sono spesso considerate come molecole che non causano alcun danno né all'organismo né al metabolismo se assunte senza una necessità fisiologica. Questo perché si rischia di deviare il paziente dalla reale necessità di operare una dieta consona al proprio stato nutrizionale (ad esempio, spremute di limone per "combattere" il diabete) sia perché, sebbene raramente, sono possibili i fenomeni di accumulo di vitamine che sfociano nell'ipervitaminosi.

I rischi

I rischi per chi "prescrive" diete sono molto importanti. Innanzitutto, in caso di danno al paziente colui che prescrive una dieta o perfino un piano di integratori (anche se ideato da terzi) può incorrere in reati penali molto gravi che possono arrivare anche all'omicidio preterintenzionale oppure colposo nei casi più gravi!

Parte introduttiva: A cosa serve una corretta alimentazione?

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