"Le cause farmaceutiche lucrano sulla vaccinazione", questa affermazione - sulla falsariga del sempre presente complotto - è spesso utilizzata per screditare il vaccino seguendo una logica che, ovviamente, è molto debole. I vaccini, in quanto strumenti di profilassi, vanno in prima istanza valutati per la loro sicurezza e per la loro efficacia. Sulla sicurezza, nonostante le bufale, il vaccino è considerato altamente sicuro e la comparsa di effetti collaterali (si, raramente è possibile l'insorgenza di effetti collaterali, anche gravi) è abbondantemente bilanciata dalla protezione del vaccino stesso, secondo la logica del rapporto costo/beneficio.
L'efficacia del vaccino, invece, è molto elevata raggiungendo valori di successo utili per proteggere l'individuo e la popolazione.
Sulla scorta di queste affermazioni è necessario comprendere che la produzione, la distribuzione e la commercializzazione dei vaccini, al pari di qualsiasi altro strumento o bene ha un costo. Esatto, i vaccini costano. Nella moderna economia, è assolutamente impensabile che qualsiasi bene, strumento o servizio possa essere ceduto - specialmente su larga scala - in forma gratuita.
Il costo dei vaccini
Affermare che i vaccini non dovrebbero costare nulla, né al singolo cittadino direttamente né al servizio di copertura sanitaria, vuol dire implicitamente che le risorse destinate alla loro produzione dovrebbero essere gratuite e che i lavoratori, i tecnici, i biologi, i rappresentanti dovrebbero lavorare gratis e pagare le posizioni contributive ed assicurative a loro spese. Per quanto possa sembrare banale, affermare che qualsiasi bene debba essere ceduto in modo gratuito vuol dire che la produzione stessa debba essere effettuata senza nessuna contropartita di scambio, anche economica.
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