Salute e benessere: Ipoplasia cerebellare

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 09-04-2015 Revisionato il 09-04-2015
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

Tavola dei contenuti: Sintomi - Diagnosi - Cura - Ipoplasia cerebellare negli animali

L'ipoplasia cerebellare è una patologia a carico del cervelletto caratterizzata da una marcata riduzione del volume di quest'organo. La patologia è sovente definita come ipoplasia cerebellare neonatale poiché è già presente durante la formazione dell'embrione e, di conseguenza, nel neonato.

Il cervelletto è un importante organo che controlla numerosi funzioni fisiologiche, tra le quali il tono muscolare, la coordinazione del movimento volontario, la postura oltre a molti altri aspetti. Una mancata funzionalità del cervelletto si riflette nella mancata funzionalità dei ruoli appena elencati; per questa ragione chi soffre di ipoplasia cerebellare ha difficoltà nella deambulazione e nel linguaggio.

Sintomi

I sintomi della patologia sono legati al movimento e all'espressione. Durante l'infanzia il bambino o la bambina possiedono difficoltà evidenti nel gattonare o nel tenere un arto teso; queste difficoltà si traducono anche nel difficile passaggio verso i primi passi poiché l'equilibrio è controllato direttamente dal cervelletto. In alcuni casi è possibile osservare un tremore più o meno marcato.

Diagnosi

La diagnosi può essere fatta attraverso la diagnostica per immagini, ad esempio utilizzando una TAC nella zona inferiore del cranio.

Cura

Non esiste alcuna cura per l'ipoplasia cerebellare, poiché è una patologia che non regredisce. Il trattamento è di tipo secondario e si basa sul miglioramento di vita del paziente, ad esempio affiancando ausili professionali a chi soffre della condizione cerebellare; tra i supporti consigliati è importante la fisioterapia e la logopedia.

Ipoplasia cerebellare negli animali

Anche gli animali possono essere affetti da ipoplasia cerebellare. Ad esempio, alcuni cani o gatti, fanno molta fatica a rimanere in posizione quadrupede poiché le zampe anteriori o posteriori (o entrambe) non sono coordinate tra loro.

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