La celiachia, ad oggi è una patologia non curabile. Non esistono né terapie genetiche né farmacologiche in grado di bloccare i processi infiammatori che coinvolgono l'apparato gastrointestinale qualora il paziente sia ipersensibile al glutine.
La terapia farmacologica, invece, è ottima per quanto concerne il supporto agli effetti principali della patologia celiaca: infiammazione, senso di nausea, diarrea, e problemi generici legati al gastrointestinale. L'unico approccio vincente per contenere, se non eliminare, del tutto i problemi legati a una Manifestazione celiaca è quello di modulare una dieta ad hoc per il paziente. Il glutine, com'è noto, è l'elemento responsabile dello stato patologico, una dieta priva di glutine o che, comunque, contenga il minor quantitativo possibile dello stesso (si considerino anche le eventuali contaminazioni) è l'approccio di elezione per il contenimento della patologia celiaca.
Affinché possa essere sufficientemente risolutiva, la dieta deve essere compilata in base alle esigenze del singolo paziente, e dopo una accurata valutazione dello specialista. Il biologo nutrizionista, o il medico, è in grado di valutare lo stato del paziente e di creare un profilo nutrizionale adeguato affinché esso possa beneficiare dell'alimentazione senza glutine.
L'importanza della formazione
Negli ultimi anni, l'approccio risolutivo per la patologia celiaca, ha modificato il target utile per la terapia, andando a inglobare non solo il paziente ma anche la sfera che ruota attorno ad esso. Il medico curante, i familiari, e il supporto sanitario devono essere sufficientemente informati sulla tipologia di dieta che il paziente affronterà, oltre ad avere un quadro molto dettagliato sulla celiachia, sui suoi sintomi e sull'importanza ferrea di mantenere una dieta assolutamente aderente al regime aglutinico. La compliance del paziente è uno tra gli obiettivi da raggiungere per aumentare l'efficienza della terapia. Un paziente con diagnosi di celiachia precoce, che segue in modo coerente e costante la dieta senza glutine, ha la stessa aspettativa di vita di un paziente non celiaco. Inoltre, anche la qualità della vita, da intendersi come l'assenza delle manifestazioni associate alla celiachia (diarrea, vomito, nausea, costipazione, etc.), è garantita. Per questa ragione, èassolutamente importante che il paziente sia consapevole della necessità di rispettare lo stile di vita imposto dalla cura.
La dieta aglutinica
La dieta aglutinica è un tipo di profilo alimentare restrittivo nei confronti degli alimenti, o dei loro derivati, che contengono glutine. Sebbene non sia possibile elencare tutti gli alimenti che contengono glutine, o tracce di glutine, sia poi che derivano da grani sia perché la presenza di glutine deriva da una contaminazione, è possibile stabilire gli alimenti, ed anche preparati, da evitare durante la dieta senza glutine. Il glutine presente nelle seguenti farine e le seguenti cereali:
- Avena;
- Orzo;
- Segale;
- Frumento;
- Seitan;
- Crusca;
- Parlo
- Couscous
- Maloto;
- Kamut;
- Bulgur;
- Spelta;
È importante comprendere che è necessario eliminare anche i derivati degli elementi che contengono glutine; ad esempio la maggior parte delle birre (tranne quelle che, ovviamente, sono certificate per il non presentare glutine) possono contenere tracce importanti di glutine. Per questa ragione, è importantissimo informarsi preventivamente sul cibo che si andrà a consumare, sia leggendo l'etichetta, sia richiedendo al produttore la presenza o l'assenza di glutine, sia chiedendo alle ristoratore (qualora il cibo sia consumato fuori casa) di utilizzare farine che non contengono glutine o, eventualmente, segnalare i piatti affinché questi non siano consumati.
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