L'abrina è una lectina prodotta dal seme della pianta Abrus precatorius. È una molecola estremamente tossica, capace di uccidere un uomo a seguito dell'ingestione del seme che la contiene. L'abrina genera citotossicità se inalata, ingerita o iniettata, in dosi che variano nel range di pochi microgrammi, la maggiore tossicità dell'abrina è ottenuta attraverso l'iniezione per endovena.
La tossicità dell'abrina è da ricercare nel suo effetto di emoagglutinina giacché è capace di provocare la lisi dei globuli rossi. I siti bersaglio principali rappresentano il fegato, la milza e il rene.
Intossicazione
L'intossicazione da abrina è molto rara e, spesso, è accidentalte giacché deriva dal consumo dei semi, ricchissimi della glicoproteina. L'abrina può essere anche inalata, ad esempio a seguito della combustione dei semi, anche se i dati di tossicità per questo scenario non sono molto consistenti.
Arbusto di Abrus precatorius.
Sintomi
I principali sintomi che derivano dall'intossicazione da abrina riguardano la modifica della respirazione che, a sua volta, è il risultato del cattivo funzionamento dei polmoni. I polmoni sono colpiti da edema polmonare e la sofferenza respiratoria può essere più o meno severa. La molecola, tuttavia, può compromettere l'organismo in altri modi. L'abrina, infatta, causa un abbassamento della pressione arteriosa e, un conseguente scompenso del flusso sanguigno.
Cura
Non esiste una cura diretta per l'intossicazione da abrina, il trattamento prevede la stabilizzazione del paziente, specialmente per i parametri di volemi e di funzionalità cardiaca. Allo stesso modo, non esiste un antidoto valido per l'intossicazione da abrina.
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