Il luogo di lavoro è, per definizione, un posto dove diverse competenze si riuniscono per affrontare, risolvere, elaborare diversi scenari. Ci sono numerosi punti di contatto tra persone che condividono lo spazio e il tempo e persone che, in qualche modo, entrano a far parte del lavoro anche sommariamente.
Pensiamo, ad esempio al rapporto tra colleghi che lavorano in un bar. Devono gestire turni, ferie, assenze, carichi di lavoro e devono anche interagire con i clienti. Tuttavia, la maggior parte del tempo trascorso in un luogo di lavoro avviene proprio assieme ai colleghi.
Ed è proprio il trascorrere tanto tempo assieme che rende il luogo di lavoro un terreno fertile per l’insorgenza di psicosi. Le alterazioni della psiche avvengono a causa di dinamiche relazionali complesse, periodi più o meno lunghi di stress e si manifestano in vere e proprie alterazioni della realtà.
Per quale motivo questo avviene?
Il lavoro come valvola di sfogo
Per tante persone, il lavoro non è soltanto un mezzo dal quale trarre sussistenza. Diventa, in alcuni casi, un posto dove le emozioni represse possono trovare sfogo. Pensandoci bene, quando una emozione è repressa, tenderà sempre a fuoriuscire appena ne avrà la possibilità. È un po’ come un palloncino che viene gonfiato di negatività. Appena potrà farlo scoppierà.
Le tensioni interne, non affrontate durante il contesto della vita personale, si manifestano in modo evidente al lavoro. I colleghi, in questo contesto, diventano attori non partecipanti di una narrazione teatrale che spesso sfiora temi cupi, a volte astratti, e spesso deliranti.
Difficoltà di elaborazione e di proiezioni personali
Ciascuno di noi, durante la giornata, affronta diverse sfide emotive. Queste sfide hanno ovviamente un peso e sono ciascuna diversa dall’altra. Quando un individuo ha difficoltà nel superare le sfide, o anche nel comprendere, accumula tensione. La tensione è normalmente ammortizzata da alcune figure, tra le quali spiccano sicuramente gli amici, il partner e i familiari.
In un contesto normale v’è un equilibrio tra tensioni e scarichi di tensione. Quando questo non avviene il soggetto accumula e lascia sedimentare queste tensioni.
Ma quali sono i principali motivi di frustrazione personale? Non è facile dirlo, ma alcuni esempi possono inglobare i principali motivi di accumulo di disagio.
Solitudine. La solitudine è una tra le principali fonti di malessere, poiché non permette all’individuo di crescere, di confrontarsi e di affrontare assieme ad altre persone dei percorsi. La solitudine, di fatto, annienta la felicità. Per questo motivo, la persona sola troverà nel lavoro il posto perfetto per ottenere felicità (normalmente con comportamenti anti-produttivi se non anti-sociali) oppure per amplificare tutti i segmenti negativi che porta con sé la solitudine. Non di rado, chi non ha un amico con cui parlare tende ancora di più ad alienarsi.
Senso di inferiorità. Il senso di inferiorità è qualcosa che pone sempre il soggetto al centro di una, spesso ipotetica, critica sociale. In genere, la sensazione di sentirsi sempre inadeguato e inadatto porta a un tipo di risposta aggressiva che è manifesta durante i periodi di stress lavorativi. Nei compiti normali, il soggetto si sente discriminato, deriso, svalutato e spesso reagisce con veri e propri deliri paranoici. Non di rado, manifesta evidenti disturbi psicotici da complotto o da altro evento ingiusto.
Mancanza di ruolo. Il ruolo personale può essere inteso come la capacità di esistere in un mondo complesso. Avere un ruolo, spesso, vuol dire tracciare una propria dimensione in termini di adesso e di domani. Quando ciò avviene, la persona tende a non avere stimoli positivi e tenderà a isolarsi oppure boicottare qualsiasi tipo di relazione sociale.
Implicazioni e conseguenze
Ma quali sono le implicazioni e le conseguenze delle psicosi sul lavoro. Dal punto di vista personale, qualsiasi evento psicotico tende ad alimentare un effetto gabbia. In questo scenario, la persona tenderà ancora di più ad allontanarsi dall’affrontare le difficoltà personali e a rifugiarsi nel mondo fittizio costruito.
Dal punto di vista aziendale, le conseguenze sono spesso critiche poiché minano attivamente qualsiasi processo produttivo e creano un ambiente non salubre. Il contrasto genera sempre conflitto e con esso si ottengono sempre spiacevoli “soluzioni” alla risoluzione degli antagonismi.
Intervento
Quali sono le strategie migliori per mitigare questo tipo di intervento? Senza dubbio alcuno, il corretto approccio psicologico può essere condotto direttamente dall’azienda attraverso la creazione di eventi adibiti alla formazione. Lo “stress management” è una branca della psicologia che aiuta, attivamente, a superare questo tipo di problema.
La gestione dei conflitti, inoltre, è un evento molto importante che ha bisogno di costante impegno e formazioni. Dal punto di vista manageriale, potrebbe essere utile dettare delle linee guida morbide che possano, in qualche modo mitigare – se non prevenire – questo problema.
Feedback
Il tuo aiuto è importante. Ti chiediamo un minuto per rispondere a questo breve sondaggio
Come valuteresti questo articolo?
Vuoi suggerirci qualcosa?