Salute e benessere: Paracetamolo

Il paracetamolo è un farmaco di sintesi con marcata attività antipiretica e analgesica. In passato venne catalogato anche come farmaco antinfiammatorio non steroideo sebbene la sua capacità di ridurre l'infiammazione sia modesta. È uno tra i farmaci più utilizzati al mondo poiché combina una eccellente sicurezza, al dosaggio consigliato, alla relativa facilità di produzione e distribuzione.

Il farmaco è normalmente conosciuto con il nome commerciale del farmaco che, storicamente, l'ha presentato al mercato: la tachipirina ®.

Fa parte della vastissima classe dei Farmaci antinfiammatori non steroidei poiché esplica la sua azione antinfiammatoria pur non essendo chimicamente uno molecola steroidea.

È un medicinale da banco. In Italia è venduto senza prescrizione medica e può essere acquistato anche fuori dalle farmacie. Tuttavia è sempre opportuno seguire le indicazioni dei professionisti della sanità abilitati affinché il farmaco possa essere utilizzato in modo corretto ed efficace. In alcuni, rari casi, è perfino sconsigliato l'utilizzo di paracetamolo.

Struttura chimica del paracetamolo
Formula di struttura del paracetamolo

Utilizzo medico

Il paracetamolo è utilizzato per il trattamento degli stati febbrili che derivano da influenza, infezioni respiratorie, infiammazioni; in alcuni casi, il paracetamolo è utilizzato come farmaco per contenere i sintomi di malattie più gravi, tra le quali spiccano i tumori. La sua attività analgesica lo rende adatto anche per il trattamento del mal di desta, dei dolori associati al ciclo mestruale, del mal di denti e di tanti altri aspetti legati al controllo del dolore.

Il paracetamolo, tra le altre proprietà, è tra i pochi principi attivi capaci di oltrepassare la barriera emato-encefalica; questa sua caratteristica lo rende un buon principio attivo per l'attività di mitigazione del mal di testa.

Formulazione farmaceutica

Le formulazioni farmaceutiche con le quali il paracetamolo è proposto sono svariate e prevedono, come vie di somministrazione il percorso orale, rettale e parentale. Nel primo caso sono molto frequenti le compresse o le miscele effervescenti, nel secondo caso le supposte e nell'ultimo caso la soluzione liquida concentrata.

Il dosaggio del paracetamolo è normalmente formulato in base al paziente e alla sua età. In genere, ai piccoli pazienti di età inferiore ai 16 anni sono somministrati 500mg (mezzo grammo) di paracetamolo. Per gli adulti, invece, la posologia consigliata è di 1000mg (un grammo) di principio attivo. Queste due diverse posologia si rispecchiano nella presenza sul mercato di preparati corrispondenti ai due diversi quantitativi.

Meccanismo d'azione

Il meccanismo d'azione del paracetamolo che risolve le sue proprietà analgesiche non è ancora del tutto conosciuto. Nemmeno la sua capacità antipiretica è ancora del tutto chiara. In ambedue i casi sembra che la principale attività farmacologica del paracetamolo si risolva in un meccanismo di blocco delle ciclossigenasi a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Sembra certo che il farmaco impedisca la sintesi selettiva delle prostaglandine operata dalle ciclossigenasi di tipo tre o COX-3. Le prostaglandine hanno un ruolo chiave nell'infiammazione, nella genesi del dolore e nell'aumento della temperatura corporea. Il blocco selettivo permette di controllare la concentrazione delle prostaglandine libere e - di conseguenza - regolare il livello del dolore e la temperatura del corpo. 

Posologia

La posologia ottimale dipende dall'età e dalla severità della malattia. Normalmente, per la comune febbre può essere utile somministrare due volte al giorno il dosaggio tipico per bambini o adulti. La durata del trattamento è suggerita dal medico ma non dovrebbe mai oltrepassare i pochi giorni.

È comunque necessario osservare scrupolosamente la prescrizione del professionista abilitato per quanti riguarda la durata e la posologia d'assunzione del paracetamolo e di qualsiasi altro farmaco.

Sovradosaggio

Il sovradosaggio accidentale, ad esempio se si assumono due compresse di paracetamolo anziché una, normalmente non determina particolari problemi. Tuttavia è sempre opportuno avvisare il medico o richiedere una consulenza al più vicino presidio ambulatoriale per valutare, in dettaglio, il quadro. Il sovradosaggio continuo, invece, può provocare sovraccarico al fegato e si ottiene con una errata assunzione del farmaco sia in quantità sia in termini di giorni consecutivi di assunzione.

I sintomi immediati del sovradosaggio si compongono in quadro clinico ben specifico:

  • Pallore e senso di debolezza generale.
  • Nausea e vomito.
  • Crampi allo stomaco.
  • Sintomi direttamente collegati al sovraccarico epatico, che comprendono anche l'ittero nei casi più gravi.

Controindicazioni

La sicurezza del paracetamolo è confermata da numerosissimi studi che si estendono ormai da decenni. Tuttavia, in alcuni casi, è necessario non utilizzare il farmaco qualora vi fossero allergie al principio attivo oppure a qualsiasi altra molecola presente nel preparato farmacologico.

Il farmaco è processato nel fegato dove viene trattato dalle cellule epatiche o epatociti. In tutti i casi nei quali il fegato funzioni male (insufficienza epatica, epatite, tumore del fegato) la capacità di metabolizzare il farmaco potrebbe essere ridotta; in altri casi, più gravi, le cellule epatiche stesse potrebbero essere danneggiate dal farmaco, specialmente se assunto in grande concentrazione.

L'interazione con l'alcol, anche moderata, sembra amplificare l'effetto del paracetamolo e - allo stesso tempo - arrecare danno maggiore al fegato. Per questo motivo, le persone che soffrono di alcolismo devono evitare il consumo d'alcol e procedere all'assunzione del farmaco solo se la funzionalità epatica sia sufficientemente valida da poterlo metabolizzare.

Anche i disturbi dell'alimentazione possono essere motivo di forte controindicazione all'utilizzo del farmaco. Per questo motivo, nelle situazioni di anoressia o di bulimia è opportuno consultare uno specialista prima di procedere al trattamento con il paracetamolo.

Interazioni

Il paracetamolo, in generale, interagisce con tutti gli altri farmaci che appartengono alla classe dei FANS e con tutti i principi attivi che vengono metabolizzati a livello epatico. In quest'ultimo caso è possibile che la biodisponibilità del paracetamolo, o degli altri principi attivi, sia sensibilmente ridotta o aumentata.

Paracetamolo - principali interazioni
Principali interazioni del paracetamolo

L'assunzione in concomitanza con i farmaci anticoagulanti altera un parametro importante della fisiologia del sangue: il tempo di protrombina. Per questo motivo, pazienti che soffrono di patologie a carico del sistema cardiovascolare devono essere strettamente seguiti dallo specialista.

Utilizzo in gravidanza

L'utilizzo del paracetamolo in gravidanza è controverso per la misura dei potenziali rischi che potrebbero insorgere. Fin dagli inizi, la somministrazione durante la gravidanza, sembrava essere priva di rischi sia per la madre sia per il nascituro. Alcuni recenti studi suggeriscono che l'esposizione del feto, entro i primi due mesi di gravidanza, al farmaco possa aumentare sensibilmente l'incidenza di disturbi neuro-cognitivi. Sebbene questa evenienza sia molto remota, ed è comunque da considerare in base anche ad altri parametri, la tendenza attuale è quella di sconsigliare l'assunzione del farmaco alle donne gravide.

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