Come travasare o trapiantare una pianta - botanica

Il travaso delle piante è una operazione non troppa insidiosa ma che può danneggiare l'organismo vegetale, specialmente per quanto riguarda la capacità di assorbire l'acqua dal terreno.

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Travasare le piante è una operazione molto comune e relativamente facile. Le necessità per le quali si rende necessario un travaso possono essere diverse: il vaso che contiene la pianta è troppo piccolo per contenere lo sviluppo delle radici, è necessario spostare la pianta da un luogo verso un altro luogo o – perfino – parte della pianta serve da talea per la riproduzione. 

Nonostante possa sembrare molto semplice, l’operazione di trapianto o di travaso può nascondere molte insidie poiché modifica “radicalmente” la capacità della pianta di assumere acqua e nutrienti dal suolo e perfino la luce, necessaria per la fotosintesi. 

Quando si opera un trapianto è necessario evitare queste due situazioni: 

  • Parametri fisici o chimici troppo diversi tra luogo d’origine e destinazione dell’organismo vegetale. Ad esempio un suolo troppo umido o con diverso pH. 
  • Rotture degli organi vegetali, specialmente a carico del fusto o della radice. Questi eventi possono essere classificati come veri e propri stress meccanici ai quali la pianta è sottoposta. 

Sottovalutare gli stress fisici o chimici ai quali la pianta è sottoposta può determinare la morte della stessa.

Travaso pianta
Anche il semplice trapianto può portare ad alterazioni del metabolismo vegetale.

Per le ragioni appena esposte – prima di procedere a qualsiasi operazione che possa modificare l’ambiente di vita della pianta – è opportuno pianificare le operazioni in modo “scientifico”. 

Scelta di un ambiente adatto 

La resilienza delle piante rappresenta una tra le più conosciute qualità. Gli organismi vegetali sono capaci di resistere e riprendersi a seguito di radicali modifiche dell’ambiente nel quale stazionano. Tuttavia, in casi estremi, le variazioni possono portare a una permanenza della pianta in uno “stato di stress” che potrebbe pregiudicare le funzioni vitali e perfino condurla alla morte.

Dopo lo spostamento, differenze del terreno, dell'esposizione al sole e, perfino al vento - possono cagionare ingenti danni alla pianta.

In particolare, è opportuno valutare se la posizione di destinazione soddisfi i requisiti necessari allo sviluppo e al mantenimento della pianta: suolo (micronutrienti), disponibilità di acqua, esposizione al sole, riparo dal freddo. Ad esempio, riporre la pianta in luoghi troppo ombrosi può determinare una insufficiente capacità di operare la fotosintesi clorofilliana a causa della differente esposizione alla radiazione solare. Per lo stesso motivo, anche la permanenza in luoghi troppo ventilati può determinare uno stato di stress da freddo. 

Prevenire la disidratazione 

Una delle regole d’oro da mettere in pratica dopo uno spostamento/travaso di una pianta è quella di limitare la disidratazione. Le operazioni di ricollocamento portano all’inevitabile rottura meccanica delle radici. Le strutture radicali, infatti, possiedono microscopiche strutture chiamate “peli radicali” che hanno il compito di aumentare la superficie di assorbimento. I peli radicali sono molto fragili e qualsiasi operazione sulla pianta porta all’inevitabile rottura degli stessi. 

Al fine di limitare la temporanea incapacità di assorbire l’acqua, è necessario limitare la traspirazione, attraverso il taglio di parte delle foglie. La foglia, difatti, rappresenta l’organo terminale della traspirazione della pianta: riducendo la superficie fogliare si riduce la traspirazione e si limita lo stress idrico e la conseguente disidratazione dell’organismo vegetale.

Per questo motivo è sempre opportuno spostare o rinvasare le piante durante i periodi più freddi dell'anno e ricordarsi sempre di accertarsi che la quantità di acqua nel suolo sia sempre sufficiente.

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