Iniziamo dalla fine: il sale da cucina, comunemente conosciuto come cloruro di sodio, è un elemento che deve essere ben dosato; cibi troppo salati, o comunque un'assunzione impropria di questo alimento può portare a squilibri ben conosciuti quali, ad esempio, la ritenzione idrica e l'aumento della pressione sanguigna. Il sale, onde evitare qualsiasi malinteso, deve essere sempre ben bilanciato e non vale la scusa secondo secondo la quale "mangiare salato è più gustoso", perché se è vero che un pizzico di sale esalta la palatabilità è anche vero che il cibo troppo salato perde il caratteristico sapore. Non è l'intera molecola (cloruro di sodio) ad essere responsabile degli effetti appena elencati ma il più semplice sodio.
Quando serve assumere il sale?
In alcuni casi l'assunzione di qualche milligrammo di sale in più potrebbe essere a tutto vantaggio della salute dell'individuo. Ad esempio, a seguito di episodi ripetuti di diarrea o di eccessiva perdita di minerali attraverso la sudorazione, tipico aspetto che colpisce qualsiasi persona durante i periodi caldi del'anno, un pizzico di sale può aumentare il benessere e favorire l'omeostasi dell'organismo. Anche lo sportivo, in virtù della sudorazione, può integrare il sodio nelle bevande per limitare l'insorgenza del crampo muscolare.
In alcuni casi, sempre legati ai periodi estivi, si osservano piccoli eventidi iponatremia, nei quali il sodio presente nel sangue, è "diluito" sia per cause organiche, ad esempio a seguito di malattia, sia - semplicemente - perché si beve di più e la percentuale dello ione disciolto si abbassa mettendo l'individuo in una situazione di stress. L'individuo iponatremico, infatti, accusa stanchezza, nausea e spesso disturbi vari del movimento, tutti elementi importanti ma non gravi e perenni.
Il sale, in altre parole, deve esempre essere dosato in modo corretto ma non è necessario demonizzarlo.
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