Cariotipo - genetica

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 09-09-2013 Revisionato il 09-09-2013
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

Il cariotipo in un qualsiasi organismo cellulare, rappresenta l'insieme completo dei cromosomi analizzato durante la metafase. L'osservazione del cariotipo, inoltre, permette di valutare sia il numero di cromosomi sia l'effettiva morfologia.

L'analisi del cariotipo fu uno dei primi parametri utilizzati per la classificazione dei viventi. Tuttavia, ben presto, fu chiaro che la sola osservazione del numero, e della morfologia, dei cromosomi non poteva essere sufficiente per classificare i differenti phyla dei viventi. Questo perché due specie, anche se lontane filogeneticamente tra loro, possono presentare un egual numero di cromosomi. Questo tipo di classificazione, inoltre, falliva a seguito dell'analisi di organismi con delle aberrazioni patologiche al corredo cromosomico.

Osservazione del cariotipo

L'osservazione del cariotipo avviene in laboratorio, mediante una colorazione che risalta gli acidi nucleici. Solitamente, il protocollo utilizzato per l'analisi del cariotipo prevede la colorazione di Giemsa che è molto sensibile ai gruppi fosfato del DNA.

Bandeggio

L'osservazione attraverso la colorazione cromosomica, porta alla comparsa di bande più scure a livello dei singoli cromatidi. La genesi di queste bande è, tuttora, oggetto di studi anche se, probabilmente, deriva dalla morfologia tridimensionale del DNA. Alcune tecniche di colorazione permettono la facile visualizzazione del telomero del cromosoma, che appare come un punto più scuro rispetto alle regioni circostanti.

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