Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus che appartiene al genere dei morbillivirus, famiglia paramyxoviridae. Il morbillo presenta un elevato livello di contagiosità, che avviene attraverso i fluidi respiratori, rendendo - di fatto - la trasmissione da uomo ad uono l'unico mezzo di contagio possibile. Sebbene possa infettare altri animali, il morbillo scatena sintomi apprezzabili soltanto nel genera umano; tali sintomi possono essere molto gravi e possono manifestarsi anche anni dopo l'infezione.
Caratteristiche del virus
Il virus del morbillo appare pressapoco sferico, di dimensione pari a circa 200nm. Al parti degli altro paramyxovirus , fatta eccezione per il virus respiratorio sinciziale possiede, nell'involucro quattro proteine:
- Emoagglutinina.
- Emoassorbimento.
- Emolisina.
- Neuroaminidasi.
Genoma
Il genoma del virus del morbillo è costituito da un filamento di RNA a polarità negativa (ssRNA-) fomato da circa 3.5Kb. L'RNA è saldamente agganciato alle proteine NP, definite anche con il termine nucleoproteine.
Trasmissione
Il virus del morbillo è trasmesso dai liquidi e dalle secrezioni respiratorie, ad esempio la saliva. Il tipo di trasmissione è diretta, poiché il virus è molto labile ed è naturalmente inattivato dal calore, dall'esposizione ai raggi solari e agli agenti chimici. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, il contagio da morbillo deriva da un contatto diretto con le secrezioni respiratorio di un soggetto che è già stato raggiunto dall'infezione virale.
Sintomi
I sintomi del morbillo si accompagnano alle due fasi del ciclo biologico del virus. La prima fase è definita viremia primaria ed è caratterizzata dall'attacco delle cellule che costituiscono la mucosa respiratoria, portando alla formazione delle macchie di Koplik, che caratterizzano e determinano l'infezione da morbillo. La viremia secondaria è il momento di massima estensione e propagazione del virus morbillare nel corpo dell'ospite; in questo periodo il virus si moltiplica in modo più aggressivo nella mucosa e i sintomi sono al massimo dell'espressione.
Manifestazione esantematica del morbillo, con la comparsa delle classiche chiazze.
Il morbillo attacca le cellule dei linfonodi e le cellule della cute dove, a causa del sistema immunitario nel paziente si osservano le caratteristiche macchie ed eruzioni, definite eruzioni macropapulari. L'eruzione macropapulare è il risultato della distruzione delle cellule della pelle, probabilmente ad opera dell'immunità cellulo-mediata e non a seguito dell'intervento dei linfociti B. Gli elementi del sistema immunitario che attaccano le cellule infette, a seguito di uno o più antigeni o specifici epitopi sono i macrofagi, cellule natural killer (o cellule NK) e i linfociti T.
Le difese dell'immunità cellulo mediata intervengono in primis a seguito delle prime fasi di infezione/replicazione virale. Successivamente, anche ad opera dei linfociti T helper, intervengono i sistemi di immunocitosoppressione operati dalle cellule B mediante la produzione di
anticorpi specifici
Decorso
Il decorso del morbilo è autolimitante, ma rappresenta una malattia che, seppur temporanea, può portare a gravissimi danni anche a livello del sistema nervoso centrale. Inoltre, anche i disturbi apparentemente meno gravi sono da valutare sotto un'ottica di larga veduta. In alcuni pazienti, ad esempio già debilitati per altre patologie, la concorrenza del morbillo può diventare problematica e perfino limitante.
Dall'inizio del 2017, fino all'8 Agosto, l'Istituto Superiore di Sanità ha registrato 4087 casi e 3 decessi per morbillo, l'89% dei pazienti trattati non era vaccinato. Il 44% dei pazienti ha richiesto cure mediche, e il 22% è stato giudicato dal personale sanitario grave a tal punto da necessitare un ricovero ospedaliero. Queste percentuali incidono sulla spesa pubblica e, specialmente nelle zone dove i servizi ospedalieri sono già saturi, sull'efficienza globale del servizio offerto.
Secondo il medesimo rapporto, l'infezione di morbillo non si è risolta con la scomparsa dei fenomeni legati alla viremia secondaria ma è stata accompagnata da fenomeni importanti quali la polmonite (10,4% dei casi), l'epatite (10,9% dei casi), l'insufficienta respiratoria (8,4% dei casi) e, sebbene in misura apparentemente minore, le convulsioni (0,3% dei casi) e l'encefalite (0,1% dei casi).
Inoltre, in casi sfortunati quantificabili in circa uno su un milione, il virus rimane latente nelle cellule del sistema nervoso e riprende attività tra in età prepuberale danneggiando, progressivamente, l'encefalo che appare sclerotizzato. Questa complicanza prende il nome di panencefalite subacuta sclerosante (PESS). I soggetti che manifestano una progressione di PESS iniziano a perdere, gradualmente, le funzioni neurologiche di movimento e, in parte, del comportamento. Dopo pochi mesi, i soggetti affetti da PESS perdono quasi completamente la capacità di vivere autonomamente e appaiono complicanza maggiori quali la cecità, la sordità, l'afasia e altre compromissioni legate all'attività del SNC. Dopo due o tre anni dall'apparizione dei primi segni il soggetto muore per la perdita totale di funzionalità chiavi demandate all'encefalo.
Al momento, per la panencefalite subacuta sclerosante non esistono terapia o cure.
Terapia
Non esiste alcuna terapia, se non quella di supporto ai sintomi caratteristici del decorso della malattia. Non è assolutamente necessario l'utilizzo dell'antibiotico, poiché l'agente eziologico del morbillo - quindi il virus - non è in alcun modo contrastato da nessun antibiotico. Soltanto in alcuni casi, valutati singolarmente, è necessario ricorrere all'antibiotico per evitare episodi di sovrainfezione.
La terapia a base di immunoglobuline specifiche non è sempre adottata poiché è limitata da alcuni fattori. Ad esempio, il soggetto deve essere entrato in contatto con il morbillo da non più di una settimana.
Fonti
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