Nella realtà dei social network, specialmente su Facebook, esistono dei gruppi di mamme che si definiscono "pancine" poiché sono in procinto di partorire oppure perché hanno da poco partorito. I gruppi sono organizzati, poiché possiedono delle regole interne pedissequamente rispettate: richiesta di post anonimi, richieste di pareri da parte di altre mamme, età dei figli espressa in mesi (ad esempio: "Mio figlio ha 48 mesi") e, a volte, utilizzo di un neolinguaggio formato da parole o metafore che descrivono eventi del tutto normali.
Tutti gli aspetti appena elencati concorrono alla diversificazione di qualsiasi argomentazione rispetto a un qualsiasi discorso operato nella realtà poiché, nel virtuale, il modo di esprimersi sembra divergere dalle regole della comune interazione tra persone. Ad esempio, la scelta di utilizzare un linguaggio in codice per descrivere eventi normali, anche se legati ad aspetti intimi propri, del coniuge o dei figli, probabilmente serve per creare un gruppo sociale apparentemente coeso.
Alcuni dei contenuti presenti nei gruppi sono presi di mira da altrettanti gruppi che, in modo satirico, ne enfatizzano la "semplicità" con la quale le "mamme pancine" possano affrontare discorsi altrimenti delicati, che spaziano dalla contraccezione alla sessualità.
Alla luce di ciò, è ovvio ribadire che la libertà di "associarsi", anche virtualmente, è garantita e deve essere sempre resa possibile ma, in modo altrettanto libero, è bene rilevare che alcuni concetti proposti in questi gruppi oltre a non avere alcuna valenza scientifica, possono paradossalmente danneggiare le donne che ne fruiscono.
La "doccettina" contraccettiva
Uno degli argomenti più frequenti, e accettato senza alcuna obiezione, è quello relativo alla contraccezione. Il gergo attraverso il quale le ragazze comunicano di non volere portare avanti una gravidanza è esplicato nell'azione di compiere una "doccettina", un lavaggio vaginale, subito dopo il rapporto sessuale e l'eiaculazione interna del partner.
L'utilizzo di metodi concezionali poco sicuri mette a rischio immediato di gravidanza.
Questo metodo è, ovviamente, insicuro e - sebbene non vi siano studi - potrebbe essere ancora meno efficace del coito interrotto. Analizzando questa intrinseca insicurezza, in un contesto dal quale sembra trasparire la volontà di non voler intraprendere gravidanze per motivi che, di certo, sono personali appare chiaro che la percentuale di fallimento può essere un problema per la famiglia. Da un lato si cerca la contraccezione, mentre dall'altro non si utilizza né il preservativo né la pillola anticoncezionale che rappresenta un buon metodo contraccettivo, specialmente all'interno di relazioni stabili.
Il lavaggio vaginale, per ovvie ragioni, non è un metodo contraccettivo efficace. Il liquido spermatico permane nel condotto vaginale e gli spermatozoi in esso presenti possono fecondare l'ovulo. Anche se, all'apparenza, può sembrare plausibile che lavare la vagina con abbondante acqua possa allontanare gli spermatozoi è opportuno rilevare che gli spermatozoi possono senza alcun problema rimanere nelle micropieghe del canale vaginale, e continuare la strada verso l'utero.
Urinare abbondantemente dopo il rapporto
Un altro falso mito, è determinato dal cercare di urinare subito dopo il rapporto sessuale completo con eiculazione interna. Questa pratica ha un evidente limite anatomico, poiché il canale vaginale, nel quale transitano gli spermatozoi attraverso il supporto del microsistema vaginale e del liquido spermatico stesso, non è in alcun modo occupato dal flusso delle urine che invece è condotto nell'uretere.
La corretta educazione sessuale
Un corretto approccio educativo alla sessualità e, in particolare, alla contraccezione è alla base per un altrettanto comportamento nella prevenzione di gravidanze indesiderate. Esistono molte strutture capaci di fornire un sostegno formativo, gratuito e con competenze professionali, quali i consultori di zona.
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