Anestetico - farmacologia

Un anestico è un farmaco che induce una temporanea mancanza di sensibilità e impossibilità di movimento. L'anestetico può agire localmente oppure avere un effetto totale. Gli anestetici sono utilizzati in ambito ospedaliero per eseguire gli interventi chirurgici in modo ottimale sia per gli operatori sia per il paziente, che attraverso l'effetto anestetico, non percepiscono alcun tipo di dolore durante l'operazione.

Il dosaggio e, in generale, la preparazione dell'anestesia necessita di una attenta valutazione sia per quanto riguarda il dosaggio, modulato in base al tipo e alla lunghezza dell'operazione, sia per una valutazione delle potenziali interazioni con il paziente, ad esempio interazioni con altri farmaci oppure ipersensibilità verso il principio attivo.

Un altro ambito di utilizzo degli anestetici è quello riguardante il trattamento temporaneo di piccoli traumi, ad esempio escoriazioni o punture di insetti. In questi casi, l'azione anestetica - seppur blanda - permette al soggetto di allontanare i fastidi relativi all'evento.

Cos'è un anestetico? È un farmaco o, genericamente, un principio attivo che diminuisce la sensibilità locale o totale e, di conseguenza, altera la percezione del dolore.

Gli anestetici sono sicuri? Al pari di altri farmaci, gli anestetici sono generalmente sicuri. Tuttavia vanno utilizzati sotto stretto controllo medico.

Caratteristiche degli anestetici

Le caratteristiche di un anestetico sono ben definite; per ovvie ragioni, la prima caratteristica deve essere la reversibilità che, in altre parole, permette il risveglio del paziente immediatamente dopo aver fermato la somministrazione del principio attivo oppure, nel caso degli anestetici locali, il ripristino della sensibilità del segmento anestetizzato.

Il farmaco deve essere, inoltre, veloce, sia per una ragione di tempismo sia per garantire un sufficiente comfort al paziente in fase di sedazione. Durante l'anestesia, inoltre, il farmaco dovrebbe essere modulabile, sia per la quantità sia per il tempo utile di sedazione. Le molecole anestetizzanti, inoltre, devono essere ben tollerate dall'organismo, anche per periodi lunghi di sedazione, e - durante la fase del risveglio - non dovrebbero portare alla comparsa di effetti indesiderati.

Classificazione degli anestetici

Gli anestetici possono essere classificati sia in base alla via di somministrazione sia secondo un criterio biochimico.

Classificazione degli anestetici
Classificazione degli anestetici in base al metodo e al luogo di applicazione.

Anestitici topico

L'anestetico topico è, generalmente, presentato sotto forma di unguento, crema o gel. La caratteristica di questi preparati, generalmente definiti con il termine di pomata, è che possono trattare la zona di applicazione oppure la porzione ipodermica sottostante.

Il loro utilizzo, tuttavia, è limitato a piccoli traumi e può portare alla formazione di arrossamenti.

Anestetico locale

Nella cosiddetta anestesia locale, una aliquota di principio attivo è veicolata in prossimità della terminazione nervosa che serve un distretto anatomico. L'anestesia tronculare, ad esempio, è utilizzata in ambito odontoiatrico per desensibilizzare una o più arcate dentali, lasciando il paziente sveglio e collaborante.

Anestetici endovenosi

Gli anestetici per endovena hanno un effetto generalmente sistemico, e producono un'anestesia più o meno forte. Ad esempio, alcuni ansiolitici, tra cui il diazepam, sono utilizzati in blanda concentrazione per mediare un effetto rilassante durante gli interventi in endoscopia; la gastroscopia, a tal proposito, è un ambito di utilizzo del diazepam nel quale il paziente è sedato e non addormentato.

Anestetici inalatori

Gli anestetici inalatori o anestetici orali sono veicolati attraverso l'apparato respiratorio e sono utilizzati, durante l'anestesia, per il mantenimento della sedazione. Gli anestetici inalatori hanno un'azione veloce, poiché attraverso lo scambio capillare a livello dei bronchi, il principio attivo raggiunge direttamente il torrente ematico sistemico.

Effetti collaterali

La somministrazione di un anestetico può portare alla comparsa di uno o più effetti collaterali che possono presentare una severità più o meno accentuata. È compito del personale medico stabilire e valutare eventuali interazioni con altri principi attivi, anche valutando - tramite anamnesi - lo stato attuale del paziente. In primo luogo, il principio attivo può determinare a una reazione d'ipersensibilizzazione. In secondo luogo, alcuni effetti collaterali possono presentarsi dopo la sospensione dell'anestesia, ad esempio - nonostante sia considerata comune - i pazienti possono accusare cefalea, spossatezza e vomito.

La valutazione pre-operatoria, utile per minimizzare gli effetti collaterali, deve essere compiuta anche in relazione ad altri farmaci eventualmente assunti; una interazione tra un farmaco e un anestetico può portare all'aumento dell'effetto del primo o del secondo principio attivo, con esiti che possono essere molto gravi. Questo rischio è comunque ridotto dalla corretta anamnesi del paziente.

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