Le intossicazioni da funghi o micetismi rappresentano una classe di intossicazioni alimentari che derivano dal consumo di funghi non correttamente preparati, ad esempio non sottoposti a cottura, oppure dall'ingestione di una o più parti del corpo fruttifero contenenti tossine o, in ultima analisi, dall'ingestione di funghi velenosi che, per la natura biochimica delle tossine, non possono essere consumati nemmeno a seguito di trattamento mediante calore. L'avvelenamento da funghi può essere un evento molto grave, a volte fatale, che determina - nei casi limite - la compromissione di interi organi.
In linea generale, un fungo si definisce commestibile quando, dopo gli opportuni trattamenti, può essere consumato senza alcuna comparsa di effetti collaterali immediati oppure tardivi.
Funghi commestibili e funghi tossici
Alcuni funghi possono causare la morte. Tuttavia, non esiste un vero e proprio criterio di valutazione che possa definire, in modo certo e univoco, i profili di sicurezza alimentare delle diverse specie di miceti, anche se la presenza di molecole ad azione tossica può rappresentare una buona chiave per la classificazione. In alcune regioni, tuttavia, funghi normalmente considerati tossici sono - sebbene in modo moderato - consumati regolarmente. Ad esempio, l'Amanita muscaria, è apprezzata - a seguito di più cicli di bollitura - per le sue capacità allucinogene, pur essendo un fungo con spiccata attività tossica e potenzialmente letale se assunto in quantità eccessive oppure se consumato senza una adeguata preparazione.
Per garantire l'assoluta sicurezza, prima di consumare i funghi, vale sempre il principio di precauzione secondo il quale è opportuno non raccogliere funghi se non provvisti della specifica autorizzazione o comunque se non si è certi della loro commestibilità. Per questa ragione è sempre opportuno far valutare dall'incaricato micologo tutto il raccolto prima di conservarlo o consumarlo. È sufficiente consumare anche un minuscolo frammento di tessuto velenoso per avere una intossicazione anche potenzialmente letale.
Sintomi dell'avvelenamento da funghi
In linea generale, i sintomi di avvelenamento da funghi si classificano in veloci e tardivi. Le manifestazioni cliniche coinvolgono sempre disturbi all'apparato gastrointestinale, ad esempio nausea, diarrea e vomito. Nella fase avanzata di avvelenamento anche il quadro neurologico potrebbe essere compromesso poiché possono manifestarsi episodi di astenia, cefalea e stati confusionali. Alcuni funghi contengono delle sostanze psicotrope, che possono alterare lo stato di percezione. La psilocina e la muscarina, ad esempio, sono due molecole a elevata attività allucinogena.
Sintomi principali dell'avvelenamento da funghi. Tra i principali effetti si osservano le marcate alterazioni dell'attività del fegato.
Classificazione delle intossicazioni da funghi
Le intossicazioni da funghi possono essere classificate secondo due criteri. Il primo, adottato in passato, prevede l'analisi del tempo che intercorre tra l'assunzione dei funghi e la comparsa dei primi sintomi. Il secondo, invece, si basa sull'esito dell'intossicazione, e definisce una classificazione "minore" qualora l'esito sia favorevole, mentre è definita "maggiore" l'intossicazione che mette a serio pericolo la vita del paziente.
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La comparsa veloce dei sintomi, entro 6 ore dall'assunzione, è genericamente di prognosi favorevole. La maggior parte dei funghi che portano alle manifestazioni cliniche in tempi brevi non generano esiti fatali. La comparsa latente, dopo le 6 ore, può essere un indice molto importante di pericolosità. La spiegazione di questa caratteristica è da ricercare nel tipo di interazione delle sostanze tossiche con l'organismo: sostanze che irritano le pareti intestinali, ad esempio, provocano uno squilibrio confinato e di immediata comparsa a differenza delle molecole che interagiscono con il metabolismo, ad esempio con la traduzione o sintesi proteica che, invece, necessitano di più tempo per entrare in azione.
Classificazione delle sindromi da intossicazione in base alla latenza
Tipo di latenza |
Sindrome |
Lunga |
Sindrome falloidea |
Lunga |
Sindrome orellanica |
Lunga |
Sindrome morchellica |
Lunga |
Sindrome encefalopatica |
Breve |
Sindrome muscarinica |
Breve |
Sindrome panterinica |
Breve |
Sindrome coprinica |
Breve |
Sindrome psilocibinica |
Trattamento delle intossicazioni
Non esistono antidoti per il trattamento delle intossicazioni da funghi che, se non letali, sono trattate attraverso il mantenimento dei parametri vitali del paziente, ad esempio l'idratazione e il reintegro salino necessario a seguito di episodi di diarrea. È necessario contattare immediatamente il pronto soccorso e, ove possibile, portare un campione di funghi oppure degli scarti, per l'analisi.
Trapianto del fegato
Le intossicazioni severe coinvolgo direttamente il fegato e ne determinano la sistematica distruzione dell'epatocita. In questi casi è quasi sempre necessario - per salvare il paziente - operare un trapianto di fegato. Alcune tossine, infatti, sono capaci di provocare estese zone di necrosi dell'organo che - per questo motivo - non riesce a lavorare in modo efficiente. Il trapianto di fegato, operato sempre in regime di urgenza, può garantire una buona qualità di vita al paziente.
Salute e benessere
Salute dell'apparato respiratorio:
Allergie.
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