L'ipofagia è una tendenza a assumere una quantità di cibo minore rispetto alle necessità fisiologiche. Un soggetto ipofagico, pur avendo una sufficiente quantità di cibo, tende a non alimentarsi correttamente sia per la quantità di cibo sia per il tipo; ad esempio, gli individui affetti da ipofagia tendono a consumare un ristretto insieme di cibi, evitando selettivamente altre categorie alimentari.
L'ipofagia può essere uno stato temporaneo o prolungato; nel secondo caso è possibile la comparsa o la cronicizzazione di alcuni stati patologici. Ad esempio, la mancanza di cibo può portare a un deperimento organico, a una eccessiva demolizione dei grassi corporei e delle proteine poiché l'organismo necessita di energia e inizia una autodigestione.
Cause dell'ipofagia
Le cause dell'ipofagia possono essere sia di natura somatica, sia di natura psicologica. Difetti congeniti dell'apparato gastrointestinale nel ruolo dei singoli organi che lo formano, possono portare a stati ipofagici più o meno severi. In altri casi, l'eziologia dell'ipofagia è da ricercare nei disturbi del comportamento; la depressione o il disturbo bipolare sono due stati patologici che possono portare all'ipofagia.
Un altro tipo di ipofagia è legato all'abuso di stupefacenti che alterano la normale fisiologia della nutrizione e la sensazione di fame.
Cura
In base al tipo di genesi del disturbo, e alla sua severità, è possibile curare l'ipofagia attraverso un approccio medico-chirurgico - coadiuvato da principi attivi somministrati attraverso i farmaci - oppure attraverso l'utilizzo di terapia psicologica.
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