Il fronte della lotta ai tumori è sempre aperto. Nonostante gli enormi sforzi messi in atto da migliaia di ricercatori, medici e varie altre figure professionali, il cancro rimane – ancora oggi – una temibile malattia. È senza dubbio vero che, specialmente negli ultimi decenni, sia l’aspettativa di vita sia la reale capacità di curare alcuni tipi di tumore sono aspetti nettamente migliori rispetto al passato. Il tumore al testicolo, ad esempio, è trattato con una percentuale di successo molto elevata. Per la stessa ragione, il trattamento di tumori difficili permette un sensibile miglioramento della qualità di vita e, contemporaneamente, un altrettanto sensibile aumento dell’aspettativa di vita.
Perché oggi i tumori si curano meglio? In realtà sarebbe più corretto analizzare tutto ciò che avviene prima della manifestazione clinica della malattia. La consapevolezza, anche sociale, della malattia ha permesso di operare sul piano della prevenzione, diminuendo di conseguenza i cosiddetti fattori di rischio. Fumo, alcolismo, obesità e abuso di farmaci rappresentano una piccola parte dei comportamenti che coadiuvano la formazione e l'espressione dei tumori. È vero che il cancro ha sempre una origine genetica (danni al DNA, ereditarietà oppure aberrazioni cromosomiche) ma è anche vero che lo stile di vita e le abitudini possono, radicalmente, influire sullo sviluppo di molte patologie tumorali.
Il cancro ha una origine genetica.
Pensiamo, ad esempio, al tumore al polmone: un fattore di rischio è, senza dubbio, il tabagismo(1). La consapevolezza della correlazione diretta tra aumento di possibilità di contrarre il cancro ai polmoni e fumo di sigaretta ha, sensibilmente, aiutato in modo preventivo molte persone che hanno smesso di fumare. Oppure non hanno mai iniziato.
Origine genetica del cancro
I tumori sono strettamente correlati alla "molecola della vita": il DNA. All'interno del DNA sono contenute le informazioni che permettono a tutti gli organismi viventi di procedere nei complessi meccanismi biologici. Ad esempio, l'espressione del DNA permette di stabilire il colore degli occhi, la forma degli organi, la disposizione delle cellule all'interno dei tessuti e - a livello microscopico - perfino la presenza o l'assenza di determinati organuli intracellulari. Il DNA, in altre parole, è il contenitore universale di qualsiasi tipo di vita ed il modo con il quale viene espresso determina l'estrema variabilità degli organismi.
Allo stesso tempo, sebbene in modo indiretto, l'informazione genetica presente all'interno del DNA dirige il comportamento dell'organismo, a livello cellulare, nelle più diverse situazioni. Ad esempio, quando una cellula adulta smette di essere efficiente vengono espresse (seguendo le istruzioni che sono codificata nel DNA) ed attivate (seguendo un complesso sistema intrasensoriale) numerose proteine che portano alla cosiddetta morte cellulare programmata o apoptosi.
L'apoptosi è anche il meccanismo attraverso il quale le cellule spengono se stesse in caso di progressione verso comportamento tumorale. Allo stesso tempo, l'apoptosi può essere indotta dalle cellule del sistema immunitario che possono rilevare, perlopiù tramite una dettagliata analisi delle proteine presenti all'esterno della membrana cellulare, la potenziale virata verso la cancerogenicità di una cellula.
Tutti questi sistemi sono codificati nel DNA. Un errore nell'informazione genetica può indebolire la capacità apoptotica della cellula e favorire la progressione tumorale.
Diversità del cancro
Il cancro è una malattia eterogenea. Può colpire diversi tessuti e diversi tipi cellulari. Per questo motivo non è facile creare una cura standard per una malattia che si manifesta ed evolve in modi così diversi. Ciascun tipo di cancro, inoltre, va osservandolo sotto differenti luci: avanzamento o stadiazione, posizione, possibilità di intervento chirurgico, valutazione del follow up.
La diversità del cancro è un ostacolo per la cura universale.
La diversità del cancro è probabilmente il primo ostacolo per mettere a punto una cura universale. Una terapia, di qualsiasi natura essa sia, può andare bene per determinati tipi di tumore ma essere totalmente inefficace su altri. Questo, per le ovvie ragioni, è un importante limite poiché la possibilità di sviluppare un numero elevato di strategie per ogni singolo tipo e sottotipo di tumore è limitata nel tempo ed oggettivamente difficile da mettere in pratica.
Terapie tradizionali e nuove terapie
Cancro e terapie biologiche
La terapia biologica è un tipo di terapia attraverso la quale non è utilizzato un generico principio attivo oppure un meccanismo fisico-chimico per la cura della malattia. La guarigione dalla malattia è, infatti, compiuta attraverso la somministrazione di un farmaco biologico che è prodotto tramite la bioingegneria all'interno di cellule viventi e, successivamente, veicolato nell'organismo del paziente.
Le terapie biologiche sono molto specifiche sia per la malattia sia per il paziente. Per questo motivo sono anche definite terapie mirate o terapie personalizzate.
Ad oggi, nella maggior parte dei casi, le terapie tradizionali sono di prima scelta per il contenimento ed il trattamento del cancro. La chemioterapia, la radioterapia e l'asportazione chirurgica rappresentano il primo passo per la guarigione. Nel corso degli anni, tuttavia, si sono affiancate terapie mirate che, in via sperimentale, possono coadiuvare i risultati ottenuti con le appena menzionate terapie "convenzionali".
Le terapie sperimentali possono affiancare la chemioterapia e la radioterapia.
Cosa vuol dire terapia sperimentale? Essenzialmente un particolare tipo di terapia, in fase più o meno avanzata, attraverso la quale si teorizza e si mette in atto un approccio diverso nei confronti della malattia. La presenza e l'avanzamento di qualsiasi terapia sperimentale va di pari passo all'avanzamento della ricerca e della tecnologia; senza studio e conoscenza - in altre parole - sarebbe impossibile proporre qualsiasi altra terapia.
Immunoterapia
L'immunoterapia rappresenta una tra le più promettenti strade da percorrere per la lotta al cancro. Attraverso la modulazione positiva del sistema immunitario è possibile veicolare contro le cellule cancerose vere e proprie armi biologiche. L'attività delle immunoterapie è triplice:
- Potenziamento dei linfociti T.
- Coltura dei linfociti T.
- Anticorpi monoclonali specifici.
Il potenziamento dei linfociti T permette di bypassare alcuni sistemi di elusione delle cellule cancerose che, a tutti gli effetti, possono mimetizzarsi ed apparire normali di fronte alle sentinelle del sistema immunitario. La coltura dei linfociti T, invece, prevede l'espansione clonale delle cellule T maggiormente efficaci ed adatte per identificare ed attaccare le cellule cancerose. Gli anticorpi monoclonali, invece, sono altamente specializzati per il riconoscimento di frammenti esterni, presenti nella membrana cellulare, e altrettanto specifici per legarsi ad essi sia per inibire la proliferazione sia per essere, ulteriormente, rilevati dai linfociti ed amplificare la risposta immunitaria umorale.
Potenziare i linfociti, in sintesi, vuol dire veicolare più cellule della difesa contro le cellule cancerogene.
RNA interference
L'interferenza a RNA è una terapia relativamente giovane attraverso la quale è possibile silenziare un gene. In altre parole, attraverso l'interferenza a RNA si ha la possibilità di correggere l'espressione neoplastica silenziando parte dei geni che la causano. Quando una cellula cancerosa si divide in modo incontrollato lo fa esprimendo, continuamente, delle proteine. Questo è il risultato "a valle". Invece, "a monte" c'è l'espressione del DNA in una forma capace di essere letta e compresa dai sistemi che assemblano le proteine: l'RNA. L'interferenza a RNA blocca questo processo attraverso l'inattivazione dei frammenti di RNA iper-espressi semplicemente facendo agganciare delle copie speculari di questi piccoli segmenti di RNA.
Schematizzazione del meccanismo di interferenza dell'RNA. Dal DNA è biosintetizzato l'RNA che è una trascrizione dell'informazione genetica presente nel DNA stesso. L'RNA viene letto da particolari organuli, chiamati
ribosomi che provvedono all'assemblaggio delle proteine.
L'RNA può interferire con particolari geni, chiamati oncogeni che, come il nome stesso suggerisce, possono coadiuvare la trasformazione di una cellula normale in una cellula cancerosa. Alcuni geni sono molto ben conosciuti e, tra questi, spicca l'oncogene MET capace di esprimere una proteina classificata come recettore per i fattore di crescita. Questa classe di proteine contiene molti elementi capaci di promuovere la crescita delle cellule. I recettori per i fattori di crescita sono, normalmente, presenti nelle cellule staminali. Le cellule adulte normali non presentano la proteine MET espressa ma alcuni tipi di cellule cancerogene sì. L'inattivazione dell'oncogene MET, attraverso l'interferenza a RNA, rallenta l'angiogenesi (formazione dei nuovi vasi sanguigni) che alimenta il tumore e, allo stesso tempo, blocca la proliferazione neoplastica(2).
Attraverso questa, potente, arma è possibile operare in modo estremamente dettagliato il silenziamento di particolari geni. Tuttavia, i metodi di biosintesi di RNA e di "iniezione" all'interno della cellula sono molto complicati ed il tasso di insuccesso può essere alto(3).
La lunga strada
La strada per la cura dei tumori è ancora molto lunga. Tuttavia l'impegno della ricerca è massimo e questo, senza dubbio, potrà portare nei prossimi decenni a importanti conferme che saranno a totale vantaggio della salute di tutti.
Bibliografia
Feedback
Il tuo aiuto è importante. Ti chiediamo un minuto per rispondere a questo breve sondaggio
Come valuteresti questo articolo?
Vuoi suggerirci qualcosa?