Salute e benessere: Scabbia
Sintomi
Il prurito, per quanto possa essere una manifestazione comune, è il primo segno della scabbia. L'osservazione attenta, da parte del dermatologo o del medico, può rilevare dei minuscoli cunicoli visibili sotto forma di pieghettature della pelle.
Scabbia crostosa
La scabbia crostosa è un tipo di scabbia che colpisce i soggetti affetti da patologie gravi, quali il tumore o soggetti affetti da AIDS, o comunque con un sistema immunitario non perfettamente efficiente. In questi pazienti, l'acaro è ancora più aggressivo e può colonizzare vaste parti di tessuto.
Trasmissione
La trasmissione della scabbia avviene per contatto diretto tra due o più persone. Tanto maggiore è il tempo di contatto tra una persona che presenta scabbia e una che non la presenta, tanto più grande è la possibilità del contagio. La scabbia, per questa ragione, è nell'adulto una malattia sessualmente trasmissibile. Le condizioni igieniche possono contribuire alla diffusione della scabbia giacché, nelle aree molto affollate o con scarsa igiene, la scabbia può essere endemica.
Un ruolo importante è ricoperto anche dagli animali domestici o selvatici, che sono dei naturali portatori dell'acaro.
Cura e trattamento
Il trattamento si articola su due fronti: la cura del soggetto, o dei soggetti, affetti e la bonifica dell'ambiente in cui vive. Il trattamento del soggetto si basa sull'utilizzo di creme o unguenti topici, ad esempio a base di permetrina, di ivermectina o del lindano. Quest'ultimo, vista la sua tossicità deve essere utilizzato in modo molto accurato.
Il trattamento degli effetti personali, ad esempio dei vestiti o delle lenzuola, avviene attraverso un lavaggio a caldo in lavatrice oppure, nei casi ove questo non fosse possibile, attraverso l'esposizione diretta alla luce solare per almeno 3 giorni. L'utilizzo di specifici disinfettanti, ad esempio quelli a base di cloro, può essere d'aiuto per neutralizzare gli acari sui tessuti anche se, questa procedura, non è strettamente necessaria.
Follow-up
Il prurito, e la presenza degli arrossamenti, possono perdurare per diversi giorni a partire dall'inizio del trattamento. Il medico, passate le 2 o 3 settimane deve valutare l'efficacia o il fallimento del trattamento, eventualmente modulando la dose per garantire una migliore risposta.
Batteriche:Clamidia, gonorrea, linfogranuloma venereo, Mycoplasma genitalium, malattie infettive intestinali (Enterite, proctite, proctite) sifilide.
Virali: AIDS (HIV), epatite B, epatite C, HPV.
Parassiti: Pediculosi pubica, scabbia.
Funginee: Candidosi, candidosi maschile, mughetto.