L'ossigeno singoletto (1O2) è una delle specie reattive dell'ossigeno coinvolta nei processi di stress ossidativo. L'ossigeno singoletto è un ossidante biologicamente attivo che può portare alla formazione di danni più o meno importanti a livello delle cellule o dei tessuti esposti a questo agente.
Formazione
La formazione dell'ossigeno singoletto può avvenire a seguito di esposizione alla luce ultravioletta, oppure a livello dei macrofagi, mediante un sistema enzimatico di riduzione dell'ossigeno. Per questa ragione, la presenza di uno stato di infiammazione permanente, con attivazione dei sistemi di "neutralizzazione" del patogeni dei macrofagi possono portare a uno stress ossidativo importante per l'organismo.
Luce ultravioletta
L'ossigeno tripletto, in alcuni casi, si può trasformare in ossigeno singoletto che, a differenza del primo, ha due elettroni accoppiati nell'orbitale di antilegame. L'ossigeno singoletto non è un radicale libero poiché non possiede elettroni spaiati.
La reazione di formazione dell'ossigeno singoletto è la seguente: da due protoni e tre ioni ossigeno, per mezzo di luce ultravioletta, si forma una molecola di ossigeno singoletto e una molecola di acqua ossigenata.
2H+ + 3O2 → 1O2 + H2O2
Un'altra reazione che forma l'ossigeno singoletto è quella mediata dai raggi ultravioletti:
3O2 + uV → 1O2
Per questo motivo l'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, specialmente nel derma, uno degli strati che forma la cute, può risultare nociva.
Ruolo biologico nei macrofagi
Nei macrofagi, l'ossigeno singoletto ha un ruolo biologico poiché è deputato alla neutralizzazione dei potenziali patogeni assorbiti attraverso la fagocitosi. L'ossigeno singoletto è prodotto a partire dal NADPH, ossigeno e acqua in una serie di reazioni catalizzate da enzimi. Le reazioni, oltre alla formazione di ossigeno singoletto, possono condurre alla formazione di ipoclorito di sodio, a opera dell'enzima mieloperossidasi.
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