L'utilizzo degli antibiotici durante il periodo della gravidanza rappresenta una pratica a volte necessaria, ad esempio a causa di una infezione che può mettere a rischio tanto la madre quanto il feto.
La gravidanza è un periodo particolare, durante il quale è profondamente modificato il metabolismo materno e, di conseguenza, la risposta a un farmaco in termini di assorbimento, distribuzione, emivita. In altre parole, un principio attivo assunto in gravidanza può essere metabolizzato in modo diverso rispetto alla sua assunzione in altri momenti della vita della donna.
La maggior parte degli antibiotici sono considerati sicuri anche durante la gestazione, altri sono potenzialmente problematici solo durante una delle fasi della gravidanza (ad esempio in uno dei trimestri), altri sono considerati pericolosi e andrebbero evitati del tutto.
In linea generale, è sempre il medico o il professionista relativo, a valutare il cosiddetto rapporto tra il rischio e il beneficio, in altre parole la figura medica valuta se il rischio che l'antibiotico possa danneggiare il feto o l'embrione sia maggiore del beneficio offerto alla madre. In alcuni casi, utilizzare gli antibiotici in gravidanza è necessario per curare alcune infezioni tipiche del periodo gestazionale, ad esempio le infezioni delle vie urinarie oppure di diversa eziologia.
La somministrazione di antibiotici per la cura delle infezioni del feto è una pratica che possiede un valore praticamente nullo, per via dei sistemi fisiologici e di barriera che proteggono il feto dal restante ambiente materno. In altre parole, l'antibiotico non riesce a oltrepassare la barriera placentare e infondere nei tessuti e negli organi del feto.
Valutazione medica
La valutazione riguardante l'assunzione o la mancata assunzione di qualsiasi farmaco, dunque anche l'antibiotico, deve essere sempre valutata attentamente dal medico o dall'equivalente e riconosciuta figura professionale sanitaria. La scelta, infatti, deriva da un accurato percorso di formazione specifica che serve a valutare il rapporto tra il rischio di non assumere un farmaco e il beneficio derivante e viceversa.
Inoltre, è sempre opportuno rispettare la prescrizione riguardante il principio attivo sia in termini di durata del trattamento, sia in termini di assunzione dello stesso, senza "sospendere" o "prolungare" l'assunzione del farmaco per evitare problemi di resistenza agli antibiotici o sovradosaggio.
Sicurezza degli antibiotici in gravidanza
Durante il periodo della gravidanza, la normale fisiologia della donna subisce molte variazioni per adattare l'intero organismo materno alla gestazione e alla protezione dell'embrione e del feto. Per lo stesso motivo, la normale assunzione di farmaci o di specifici principi attivi non segue il normale percorso metabolico ma può divergere su uno o più punti, ad esempio nella trasformazione del farmaco in un metabolita secondario. Qualsiasi modifica del normale percorso metabolico di un farmaco deve essere valutata nell'ottica di potenziale rischio per il feto.
Alcuni antibiotici, infatti, possono causare dei danni più o meno gravi al feto e, per questa ragione, dovrebbero essere sostituiti con un altro principio attivo oppure utilizzati nelle dosi consigliate e specifiche per la situazione.
È importante comprendere che non tutti gli antibiotici possono provocare danni al feto, la maggior parte degli antibiotici sono, infatti, considerati sicuri anche durante la gravidanza. L'amoxicillina e la penicillina, ad esempio, sono due antibiotici considerati sicuri.
Rischi
Alcuni rischi associati all'assunzione di antibiotici derivano dalla possibilità di sviluppare malformazioni nel feto. I rischi di malformazione durante la gravidanza - in linea del tutto generale e dunque non associate soltanto all'utilizzo degli antibiotici, possono essere lievi o molto gravi e portare a malformazioni abortive del feto. Le tetracicline, ad esempio, se assunte in gravidanza successivamente al quarto mese, possono portare delle malformazioni a livello dentale. Inoltre, data la possibile associazione tra le tetracicline e la steatosi epatica e una - generica - epatotossicità, può essere sconsigliato assumere questa classe di antibiotici in presenza di pregresse situazioni di sofferenza epatica.
Riguardo ad altri rischi, uno studio ha dimostrato che l'utilizzo di antibiotici in gravidanza può portare alla nascita di neonati dal peso significativamente inferiore rispetto a neonati le cui madri, in gravidanza, non hanno assunto antibiotici(1). Questa valutazione è da inserire in contesti diversi che devono essere valutati dal medico e, generalmente, dai professionisti sanitari che possono correlare altre situazioni, ad esempio di malnutrizione della madre, con la salute e lo sviluppo del feto.
Bibliografia
- Use of antibiotics during pregnancy. Andrew E. Czeizel, Magda Rockenbauer, Jorn Olsen. European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology Volume 81, Issue 1 , Pages 1-8, 1 October 1998. [sciencedirect].
Generalità e classificazione degli Antibiotici: Antibiotici a largo spettro, resistenza agli antibiotici, antibiotici e contraccettivi orali, antibiotici naturali.
Beta lattamici: Penicillina, cefalosporine (cefixima), macrolidi (azitromicina), carbapenemi, amoxicillina, acido clavulanico.
Glicopeptidi: Vancomicina.
Fluorochinoloni: Levofloxacina.
Aminoglicosidi: Streptomicina.
Altri antibiotici: Sulfamidici, tetracicline, cloramfenicolo, nitrofurantoina, metenamina.
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