Refilling dello xilema - fisiologia vegetale

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 17-10-2012 Revisionato il 17-10-2012
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

A segutio della cavitazione xilematica la pianta perde la possibilità, rispetto al vaso xilematico che presenta l'embolo, di condurre acqua. Alcune piante sono capaci di ridurre l'embolo per rendere, nuovamente, funzionale il vaso. Il processo di eliminazione dell'embolo prende il nome di refilling dello xilema, e prevede l'entrata di acqua nel vaso xilematico.

In prima analisi si distinguono due tipi di refilling che avvengono in risposta a stress da caldo o da congelamento.

Refilling in risposta a embolia da caldo

Nel caso di formazione di un embolo a seguito da eccessiva siccità è il floema a generare una pressione positiva dell'acqua che passa dalle cellule perivasali allo xilema (Salleo et al.). In questa risposta gioca un ruolo fondamentale l'amido.

A seguito della cavitazione lo xilema risuona e, il movimento meccanico, può essere percepito dalle strutture circostanti. A questo punto avviene una attivazione, probabilmente a livello delle cellule perivasali, che demoliscono l'amido in glucosio. La formazione di molecole zuccherine, osmoticamente attive, attira l'acqua dal vicino floema, formando una pressione a livello delle strutture lignificate che separano lo xilema dal floema. La presenza, ipotizzata, di acquaporine rende possibile il passaggio dalla zona ad alta pressione delle cellule perivasali ad una a bassisima pressione, a livello dello xilema. Il processo è metabolicamente favorito da reazioni enzimatiche, pertanto necessita di ATP.

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