Vapore - chimica

In chimica e in fisica il vapore è uno stato della materia che appartiene allo stato aeriforme. Affinché un aeriforme si possa definire vapore, e non gas, è necessario che lo stesso non sia stabile a temperatura ambiente e derivi da un processo di trasformazione, indotto o spontaneo, della materia presente in un altro stato attraverso la variazione di una o più variabili di stato. Ad esempio, l'acqua è presente, a temperatura ambiente, in forma liquida e - se sottoposta ad aumento di temperatura -, ad esempio mediante somministrazione di calore, superato il proprio punto di ebollizione si trasforma in vapore acqueo.

Passaggio di stato da liquido a aeriforme
La materia, allo stato aeriforme, si definisce vapore quando affinché possa operarsi una trasformazione è necessario intervenire sul sistema, fornendo ad esempio calore. Nell'esempio, un liquido è riscaldato e, di conseguenza, portato ad una temperatura più alta affinché si possa trasformare in vapore.

Utilizzo industriale del vapore

Il vapore è utilizzato, nelle industrie, come mezzo per generare movimento meccanico o, in altre parole, come sistema per trasformare diversi tipi di energia. Nelle centrali elettriche, a "turbina", il vapore è generato dalla combustione di gas o di altri combustibili, liquidi o solidi per rendere possibile il movimento di una turbina collegata a un alternatore che, di fatto, genera energia. Lo stesso principio è applicato alla centrale termonucleare che utilizza la fissione nucleare per fornire all'acqua presente nel circuito il calore necessario affinché essa possa vaporizzare.

Utilizzo biologico

Il vapore è utilizzato nel processo di sterilizzazione mediante autoclave. Attraverso questo sistema, la pressione - che rappresenta una variabile di stato - è aumentata all'interno di un sistema chiuso, formato da un cilindro d'acciaio affinché l'acqua immessa in un apposito contenitore possa bollire a temperature superiori. Il "calore umido" che si forma permette l'uccisione, in poco tempo dei microrganismi presenti all'interno degli strumenti o, in generale, del contenuto dell'autoclave mediante la denaturazione delle proteine presenti nelle strutture biologiche dei microbi.

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