Relazione tra fibra muscolare e tensione - fisiologia

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 29-09-2014 Revisionato il 04-10-2014
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

Nel muscolo striato esiste un’importante relazione tra la lunghezza della fibra e la tensione che essa può sviluppare. La miofibrilla possiede una lunghezza ottimale, definibile come lunghezza di optimum, a livello della quale si ricava la maggiore forza di contrazione. Data la particolare struttura del sarcomero, è sperimentalmente verificato che all’accorciarsi della fibra si rileva una minore tensione sviluppata; per lo stesso motivo se la lunghezza aumenta, quindi se la lunghezza si distanzia dall’optimum la forza osservata, diminuisce.

Per comprendere il motivo di questo effetto bisogna ricordare che la forza sviluppata dalla fibra muscolare è direttamente correlata al numero di ponti trasversali attivi. Un minor numero di ponti trasversali determina una minore tensione di contrazione. Quando un filamento di miosina non ha a disposizione dei siti di aggancio a livello dell’actina, non può far parte del ciclo dei ponti trasversali e, in altre parole, è inattivo. La caratteristica struttura della macromolecola di miosina prevede l’unione di due molecole di miosina a livello della coda; in quella regione non ci sono teste e, per questo motivo, la parte “centrale” di due molecole fuse non può intervenire nel ciclo dei ponti trasversali.

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