Il sarcomero rappresenta l’unità funzionale del muscolo scheletrico. È un complesso sistema, capace di contrarsi e, di conseguenza, generare forza. Il sarcomero è un insieme di elementi, di natura proteica, che hanno differenti compiti. Actina e miosina sono due proteine filamentose che spesso sono associate al meccanismo di contrazione; tuttavia queste rappresentano soltanto due dei molti elementi che permettono al sarcomero di accorciarsi.
L’evento di contrazione non è casuale ma rappresenta la fase a valle di un percorso che, a monte, ha inizio nel sistema nervoso centrale. Il muscolo striato, a eccezione di quello cardiaco, è un muscolo volontario che, in altre parole, è gestito secondo i criteri della volontà dell’individuo.
Contrazione del sarcomero
In linea teorica un sarcomero può contrarsi all’infinito. Nella realtà cellulare questo non può avvenire per una serie di ragioni. Innanzitutto, l’ATP necessario al modello dei ponti trasversali, un argomento chiave della contrazione muscolare, può – anche temporaneamente – venire a mancare con una conseguente impossibilità del muscolo a contrarsi. In seconda analisi, c’è da considerare che la resistenza meccanica del sarcomero non è illimitata per cui, a seguito di sforzi, il sarcomero potrebbe rompersi.
Struttura del sarcomero
Osservato al microscopio, il sarcomero presenta una caratteristica struttura che è schematizzata nella Figura 25.
Le due linee a “zigzag” chiamate linee Z o dischi Z, rappresentano il limite del sarcomero. Più sarcomeri “in linea” hanno in comune una linea Z che è formata dalla proteina actina. La linea H, invece, rappresenta lo spazio tra i filamenti di actina estremi di un sarcomero. La banda A è data dai filamenti di miosina.
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