Il tono muscolare rappresenta il minimo livello di contrazione dei muscoli scheletrici.È sempre presente e possiede una natura, solitamente, involontaria anche se i centri nervosi superiori, possono modulare il livello di contrazione. Lo scopo funzionale del tono muscolare è rappresentato dalla sollecitazione dei muscoli antigravitari che permettono al corpo di rimanere in equilibrio.
Tuttavia, la manifestazione più evidente del tono muscolare è quella del mantenimento di uno stato di tonicità del muscolo che, per questa ragione, appare come ben coeso e non flaccido. La perdita o diminuzione del tono muscolare, infatti, si manifesta con un visibile afflosciamento del muscolo e da una, sebbene minima, perdita di capacità di contrazione.
Mantenimento del tono muscolare
Il costante mantenimento del tono muscolare avviene grazie a numerose vie. La formazione reticolare gioca un ruolo fondamentale per la genesi dei potenziali d'azione che permettono la minima contrazione dei muscoli interessati. A livello di questa particolare struttura, formata da numerosi neuroni che si addensano a formare dei veri e propri nuclei, si dirama una via discendente, in diretta comunicazione con i motoneuroni gamma che fanno sinapsi con il fuso neuromuscolare. La sostanza reticolare modula la frequenza di sparo dei motoneuroni grazie a due, distinte, funzionalità: una attivatrice e una inibitoria.
Formazione reticolare e tono muscolare
Il fascio reticolo-spinale-bulbare ha carattere facilitatorio a differenza del fascio reticolo-spinale-bulbare che ha carattere inibitorio. Quest'ultima via prende contatto con i centri di controllo superiori, quali quelli presenti nella corteccia pre-motoria. In linea generale, esiste un equilibrio tra l'azione facilitatoria e l'azione inibente. In alcuni casi, generalmente di natura patologica, la formazione reticolare, in virtù delle due differenti funzioni, non opera in modo corretto. La mancanza di connessione tra i centri di controllo e la formazione reticolare inibitoria, come ad esempio avviene nell'esperimento con l'animale decerebrato, determina una inefficace azione inibitoria e una conseguente iperattività facilitatoria che si risolve con un ipertono dei muscoli antigravitazionali. Viceversa, un danno al nucleo facilitatorio può comportare un ipotono.
Recuperare il tono muscolare
Il soggetto sano, che compie regolare attività sportiva, possiede un adeguato tono muscolare. Tuttavia, in caso di prolungato allontanamento dall'attività sportiva è possibile che il tono muscolare non sia del tutto perfetto, incorrendo nell'ipotono. Il recupero del tono muscolare è un evento che deve essere opportunamente pianificato, attraverso una prima analisi dello stato di salute globale del soggetto, ad esempio per scongiurare eventuali problemi metabolici o neurologici e - solo successivamente - ponendo in essere un piano graduale di allenamento.
Il recupero del tono muscolare avviene, quasi sempre, attraverso gli esercizi aerobici che, da un lato, "riattivano" il muscolo e, dall'altro garantiscono un livello di stress muscolare minimo. Durante l'esercizio aerobico, sebbene la massa muscolare non si sviluppi in modo marcato, si riattiva la vascolarizzazione periferica e, in genere, tutto il metabolismo sistemico muscolare. Un caso diverso, invece, è da considerarsi qualora il tono muscolare debba essere ripreso a causa di uno shock neurologico, ad esempio a seguito di una lesione del midollo spinale o di un danno al sistema nervoso. In questi casi è il neurologo a valutare la corretta strada da compiere, e gli eventuali passi farmacologici o chirurgici da intraprendere.
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