Shigella - microbiologia

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 21-10-2020 Revisionato il 01-05-2021
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

Tavola dei contenuti: - Morfologia - Resistenza - Tossicità e patogenesi - Trattamento

Il genere Shigella presenta al proprio interno le specie batteriche che, nell'uomo, provocano la dissenteria. Le specie fanno parte dei batteri Gram negativi. Le Shigelle hanno una valenza medica poiché la loro infezione deriva da contatto diretto con cibo contaminato.

Alcuni esempi di contaminazione possono essere quelli relativi alla cattiva conservazione del cibo, specialmente nella ristorazione di massa, oppure a violazioni delle norme di buona gestione delle derrate alimentari.

Classificazione delle Shigelle

Le Shigelle sono suddivise in quattro sottogruppi in base al tipo di metabolismo che adottano.

  • Sottogruppo A. Shigella dysemteriae.
  • Sottogruppo B. Shigella flexneri.
  • Sottogruppo C. Shigella boydii.
  • Sottogruppo D. Shigella sonnei.

Morfologia

Il corpo delle Shigelle è bacillare, non è provvisto di pili e, contrariamente ad altri batteri Gram negativi, non ha una vera e propria capsula.

Resistenza

I ceppi che appartengono al genere di Shigella sono molto sensibili al calore. Basta una esposizione superiore a 55°C per più di un'ora per uccidere interamente una colonia.

Tossicità e patogenesi

Lo studio dell'azione di Shigella ha permesso di classificare due meccanismi di virulenza:

  • Esotossine. Le esotossine si liberano a seguito della lisi del batterio.
  • Verocitossine. Conosciute anche come Shiga-like tossine (tossine simili alle Shigelle) e hanno una estesa azione neurotossica (distruzione del sistema nervoso centrale tramite un attacco al microsistema circolatorio che rifornisce i nervi), una azione citotossica e una enterotossica.

Trattamento

Il trattamento delle infezioni da Shigella prevede la somministrazione di un antibiotico specifico per il ceppo da trattare.

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