Enterobatteri - microbiologia

Scritto da Fabrizio Crisafulli.
Pubblicato il 14-07-2020 Revisionato il 17-07-2020
Fabrizio Crisafulli

Laureato in biologia, curo da oltre quindici anni siti di informazione scientifica.

Tavola dei contenuti: Trasmissione - Classificazione patologica - Trattamento

Gli enterobatteri sono un vasto gruppo di batteri, tassonomicamente raggruppati all'interno della famiglia delle  accomunati delle Enterobatteriacee, che possiedono la caratteristica di colonizzare, prevalentemente, i distretti dall'apparato gastro-intestinale. Dalla zona intestinale possono far emergere quadri sintomatologici relativamente simili.

Le infezioni da enterobatteri provocano, quasi sempre, complicazioni quali la diarrea, la nausea a causa della marcata irritazione della mucosa interna dell'intestino. Questi eventi sono conosciuti genericamente come intossicazioni alimentari

Trasmissione

La principale linea di trasmissione coinvolge il circuito oro-fecale. L'infetto o il portatore sano, attraverso le feci, contamina le acque, gli oggetti o, nella maggior parte dei casi, il cibo. L'assunzione dell'alimento non opportunamente trattato, ad esempio crudo o poco cotto, serve per l'infezione di altri soggetti che, se non curati, a loro volta opereranno da vettori dell'infezione batterica.

Classificazione patologica

Gli enterobatteri possono essere classificabili anche in base al criterio patologico. Esistono due tipi di eventi riconducibili all'infezione enterobatterica: gastrointestinali e sistemici. La sindrome gastrointestinale è solitamente poco preoccupante e coinvolge soltanto l'intestino tenue. Ha un profilo temporale autolimitante. La sindrome sistemica, invece, può coinvolgere altri organi (fegato, milza, reni) con possibilità di evoluzione in setticemia.

Classificazione delle infezioni da enterobatteri
Classificazione in chiave patologica delle infezioni da enterobatteri.

Trattamento

La prima linea di trattamento è quella di mantenimento. La diarrea comporta la perdita di elevati volumi di liquidi che devono essere introdotti tramite la reidratazione. In alcuni casi è opportuno somministrare dei sali minerali. Nei quadri clinici più gravi è necessario il ricorso agli antibiotici specifici.

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