Tubercolosi - microbiologia

La tubercolosi, spesso abbreviata con l'acronimo TBC, è una patologia molto diffusa che colpisce, prevalentemente, il parenchima del polmone. L'agente eziologico della TBC è sempre un batterio appartentente al genere Mycobacterium. Per la capacità di scatenare la patologia, il microrganismo principale ha preso il nome di Mycobacterium tuberculosis.

Esistono diverse varietà di Mycobacterium, capaci di colpire l'uomo: tuttavia le varianti homins e africanum classificano i batteri più pericolosi per l'uomo.

Origine dell'infezione

L'infezione coinvolge differenti classi batteriche che sono raggruppate in due insiemi: insieme complex, all'interno del quale trovano posto i batteri Mycobacterium hominis, africanum e bovis e insieme MOTT, che comprende il Mycobacterium kansaii e avium. I microrganismi appena citati sono capaci di generare l'evento patologico ma le varianti hominis e africanum si associano, con maggiore frequenza, alla patologia.

Profilassi

Il primo intervento, per limitare la trasmissione del batterio responsabile della tubercolosi, è di natura sociale. I paesi occidentali, a tal proposito, da diversi anni si occupano di fornire una corretta informazione riguardante la modalità di contagio e la pericolosità del batterio fornendo, parallelamente, i dispositivi di protezione migliori ai soggetti ritenuti ad alto rischio. Il personale sanitario, ad esempio, è istruito per il corretto utilizzo di mascherine protettive, guanti e altri dispositivi personali e - in generale - per tutto ciò che riguarda la promozione dell'igiene durante la prestazione di servizio. Inoltre, sia nell'ambito medico sia nell'ambito civile, si favorisce la permanenza in ambienti con un costante ricambio d'aria.

Vaccinoprofilassi

La presenza di un vaccino abilita la terapia di vaccinoprofilassi nei confronti della TBC. Il vaccino deriva da una selezione di una varietà di M. bovis, ottenuta attraverso una coltivazione controllata su supporti poveri di molecole richieste per il metabolismo batterico. In questo modo, il batterio perde la sua patogenicità e si comporta da vaccino inattivato.

Trasmissione e contagio

La trasmissione avviene da uomo a uomo nel caso di M. tuberculosis e M. africanum e da animale a animale per quanto concerne M. bovis. Tuttavia, sebben di interesse ormai minore, il passaggio da animale a uomo è possibile attraverso il consumo di alimenti quali il latte crudo e non sterile. 

Tubercolosi, trasmissione uomo animaleTrasmissione del batterio tubercolitico.

Trasmissione diretta e semidiretta

Il materiale infettivo può essere di diversa natura, in linea generale nel contagio diretto - quello che avviene tra individuo portatore e individuo malato - il materiale biologico deriva dalla presenza di batteri vitali nell'espettorato; l'escreto della tosse, dello starnuto o - in genere - la saliva possono contenere una quantità sufficiente di batteri per la trasmissione e l'infezione verso un soggetto sano.

Il consumo di latte crudo può determinare il passaggio di M. bovis verso un individuo sano; questo evento è, tuttavia molto difficile, poiché nei paesi industrializzati la vendita di latte è fortemente regolata e prevede una sterilizzazione del prodotto.

Trasmissione indiretta

La grande resistenza del batterio, dovuta alla particolare struttura, rende possibile la trasmissione indiretta attraverso i cosiddetti veicoli di trasmissione. I batteri, nel caso specifico della patologia tubercolare, possono rimanere vitali anche per grandi periodi di tempo.

Fasi dell'infezione

La tubercolosi interessa le vie aeree superiori e inferiori e, soltanto in rari casi, si radica in altri organi. A seguito dell'esposizione con un individuo infetto, o con un veicolo di trasmissione, i bacilli possono essere inattivati dall'organismo oppure penetrare nei polmoni dove formano il tubercolo.

I microrganismi in questione possiedono un elevato trofismo verso i macrofagi, le cellule della risposta anticorpale naturale e aspecifica. La colonizzazione dei macrofagi, e la successiva risposta specifica da parte dei linfociti T, forma il tubercolo. Questo particolare comportamento, rende i batteri tuberculari simili ai virus che necessitano di una cellula ospite da penetrare per la loro biologia replicativa e post-infettiva.

Tubercolo

Il tubercolo è la struttura tipica dell'infezione da tubercolosi. È un agglomerato di batteri, presenti all'interno dei macrofagi che rimane vitale e proliferativo per molti anni. Il tubercolo, se sufficientemente grande, può essere rilevato attraverso i raggi X.

Permanenza

Dopo la formazione del tubercolo, che rappresenta un evento di natura infiammatoria, nella maggior parte dei casi la situazione non evolve ulteriormente. La risposta immunitaria è in equilibrio con l'attività batterica e il soggetto può rimanere nello stadio di quiescenza tubercolotica per molti anni.

Cronicizzazione

L'infezione può cronicizzarsi a seguito di una variazione dello stato di salute dell'individuo. Ad esempio, nel caso di malnutrizione o di un evento che porta al difettivo funzionamento del sistema immunitario, i tubercoli possono proliferare in modo abnorme e invadere il parenchima polmonare.

La cronicizzazione, oltre a essere un evento patologicamente significativo per l'individuo, è l'episodio che determina l'infettività del soggetto e la potenziale capacità di trasmettere il batterio a altri soggetti.

Diagnosi

La diagnosi di avvenuta infezione da TBC e di positività all'infezione è effettuata attraverso l'esame in coltura dell'espettorato, la valutazione mediante PCR, l'esame metabolico e - sebbene in misura minore - attraverso lo screening ai raggi X.

Indagine sull'espettorato

Nella cosiddetta indagine sull'espettorato è prelevato dal paziente un campione di espettorato che contiene, saliva, muchi e materiale biologico proveniente dalle vie aeree inferiori. L'indagine può essere effettuata attraverso la coltura batterica e la successiva colorazione, oppure con il metodo radiometrico. Con quest'ultima tecnica, si sfrutta la capacità metabolica del batterio di utilizzare come fonte carboniosa l'acido palmitico, un acido grasso monoinsaturo a 16 atomi di carbonio (C16:1), marcato radioattivamente. Successivamente è valutata la presenza di gas aventi un atomo di carbonio radioattivo, che - se presenti dimostrano - il metabolismo batterico e, di conseguenza, l'infezione.

In linea generale, sia la classica coltivazione, sia il metodo radiometrico sono dei procedimenti relativamente lunghi poiché - per alcune peculiari caratteristiche strutturali - il metabolismo batterico è relativamente "lento".

Cutireazione

Un sistema veloce per stabilire se un soggetto è stato, in passato, affetto da malattia tubercolare è quello dell'intradermoreazione. Attraverso questo protocollo, a livello della pelle, è iniettato un liquido contenente un estratto batterico inattivo ma capace di scatenare una risposta immunitaria soltanto nei pazienti che presentano già una immunità di tipo acquisita. La cutireazione è importante poiché permette di stabilire, in modo preliminare, un eventuale accesso al vaccino per evitare una potenziale vaccinazione di soggetti già portatori di TBC che, in casi particolari, potrebbero andare incontro a una riattivazione dei tubercoli quiescenti.

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