HEV - Virus dell'epatite E - microbiologia

Il virus dell'epatite E, abbreviato in HEV, è un virus a RNA. Il virus non è molto studiato e, attualmente, la sua conoscenza è limitata. La difficoltà di replicazione sperimentale in vivoin vitro è uno dei maggiori fattori limitanti allo studio del virus e della sua biologia. Il virus ha uno spiccato trofismo per le cellule del fegato.

La trasmissione avviene tramite materiale biologico contaminato, specialmente urina e feci. La qualità igienica, per questo motivo, incide molto sulla possibilità di trasmissione interspecie e sulla relativa incidenza.

Classificazione

Il virus era, originariamente, classificato all'interno della famiglia Hepeviridae, genere hepevirus.

Struttura e genoma

L'aspetto esterno di HEV ricorda una sfera a margini simmetrici, del diametro di circa 30nM. Il virus possiede un singolo filamento di RNA a filamento positivo (ssRNA+), e appartiene alla classe dei virus nudi, giacché manca del pericapside. Esistono almeno quattro genotipi differenti, tra i quali il più riscontrato è il genotipo I. La lunghezza del genoma è stimata in, circa, 7.2KB.

La presenza di un filamento a RNA positivo permette, dopo la penetrazione, l'avvio diretto della sintesi proteica, giacché il filamento di RNA può servire da mRNA.

Trasmissione

La trasmissione virale avviene, nella maggior parte dei casi, attraverso l'assunzione di fonti di acqua contaminate. Meno frequente, sebbene possibile, è la trasmissione diretta tra individuo infetto e individuo sano. La trasmissione di HEV assume un classico schema di trasmissione oro-fecale.

HEV, trasmissione animale-uomo
Schema di trasmissione e di contagio uomo-uomo e uomo-animale di HEV.

Subito dopo la trasmissione, il virus migra all'interno dell'epatocita, la cellula del fegato adibita a numerosi processi metabolici.

Patologia correlata

L'infezione da virus HEV è la causa dell'epatite E, una patologia infiammatoria che colpisce il fegato. La patologia, nonostante sia autolimitante, può evolvere in epatite fulminante con decorso letale per il soggetto. Particolare attenzione merita l'infezione di HEV nelle donne in gravidanza poiché, per motivi ancora sconosciuti, la patologia - in questo contesto - ha un tasso di mortalità del 40%.

Le infezioni del fegato possono debilitare l'intero organismo, giacché l'organo è adibito al controllo di numerosi meccanismi biochimici.

Cura e trattamento

Nei soggetti sani l'infezione ha carattere autolimitante e, per questo motivo, il sistema immunitario è capace di prevenire la propagazione del virus fino alla completa eradicazione. In altri casi, tuttavia, quando il soggetto è immunocompromesso è necessario intervenire con farmaci specifici della classe degli antivirali. La ribavirina è, sotto questo punto di vista, il principio attivo di elezione.

Trapianto di fegato

Il trapianto di fegato rappresenta un  trattamento limite, destinato a tutti i pazienti che non rispondono alla terapia. La compromissione epatica può essere tale da necessitare il trapianto. Questo avviene quando il virus si replica in modo incontrollato oppure quando il sistema immunitario opera delle reazioni di contenimento talmente importanti da creare lesioni epatiche.

Mortalità

La mortalità è un indice che varia in base allo stato globale di salute del paziente. I soggetti sani, ad esempio, sopravvivono all'infezione nella maggior parte dei casi. I pazienti immunocompromessi, ad esempio coloro che hanno già patologie a carico del sistema immunitario (tumore del midollo, infezione da HIV o altro) possono essere maggiormente esposti al rischio virale e, di conseguenza, avere più possibilità di esito nefasto.

Gravidanza

L'infezione da HEV in gravidanza necessita di particolare attenzione. Il virus, durante questo stadio, è particolarmente aggressivo.

Riferimenti bibliografici

  1. In Vitro Replication of Hepatitis E Virus (HEV) Genomes and of an HEV Replicon Expressing Green Fluorescent ProteinSuzanne U. Emerson, Hanh Nguyen, Judith Graff, David A. Stephany, Alicia Brockington, and Robert H. Purcell. J Virol. May 2004; 78(9): 4838–4846.

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