L'interferone o interferon o IFN è una molecola che appartiene alla classe delle citochine con un ruolo attivo nella difesa immunitaria. È sintetizzato naturalmente da molte classi cellulari, in risposta all'attacco virale. Gli interferoni possiedono l'importante compito di segnalazione proattiva nei confronti delle cellule limitrofe. Il meccanismo di risposta ai patogeni virali sembra attivarsi a seguito della rilevazione, in ambiente endocellulare, dell'RNA a doppio filamento, che può rappresentare sia il genoma di alcuni virus, sia una molecola normalmente prodotta della fase di replicazione del virus stesso. A causa della loro natura, gli interferoni, sono spesso utilizzati per limitare l'azione dannosa di alcuni virus, ad esempio l'HCV (il virus dell'epatite C) risponde bene all'azione dell'interferone.
Con il termine interferone, si classificano gli inteferoni α e ß, poiché altri interferoni possiedono ruoli biologici differenti e sono espressi nella fase post-infettiva.
Gli interferoni, sono rapidamente degradati dalle proteasi e, per questa ragione, possono essere captati soltanto dalle cellule limitrofe alla cellula infetta che li ha rilasciati. Per lo stesso motivo, l'emivita degli interferoni somministrati durante la terapia e la relativa biodisponibilità è generalmente bassa.
Ruolo biologico
Cos'è l'interferone?_==
L'interferone, una volta captato dalla cellula "sana" e dalla cellula infetta, operando dunque un sistema di autoinduzione, blocca la sintesi proteica promuovendo, in un primo momento, la biosintesi di un enzima appartenente alla classe delle nucleasi che degrada l'mRNA.
Ruolo biologico dell'interferone.
Blocco di eIF-2
Un altro effetto, importante, dell'interferone è l'inattivazione dell'elF-2; l'interferone, dopo l'aggancio con il recettore specifico, attiva una cascata che porta all'attivazione di una fosforilasi che, aggiungendo un gruppo fosfato a elF-2, provoca la sua inattivazione biologica.
Complesso maggiore di istocompatibilità
L'interferone modula l'espressione del complesso maggiore di istocompatibilità di tipo I (MHC-I) che permette una migliore presentazione antigenica verso i linfociti T.
Cellule natural killer
La maggiore efficienza dei linfociti NK, nei confronti delle cellule infette da virus, è una caratteristica che deriva dalla biosintesi di interferone. Tuttavia, nonostante molti sforzi nella ricerca, non è ancora chiaro il meccanismo che permette alle cellule NK, sprovviste di recettori antigenici, di discriminare le cellule sane rispetto a quelle infette.
Terapia a base di interferone
==_Quali sono le terapie a base d'interferone?_==
Gli interferoni sono stati, per molti anni, utilizzati nel trattamento di numerose patologie a eziologia virale. Il virus dell'HCV, responsabile dell'epatite C, è un classico esempio di virus trattato attraverso la cosiddetta duplice terapia che prevede la somministrazione di dosi adeguate di interferoni.
La terapia con interferone, specialmente per la durata, deve essere accuratamente modulata sulla base del tipo di patologia e delle condizioni generali del paziente. La durata della terapia è, normalmente, quanto più breve possibile anche se - in alcuni casi - è possibile attuare un piano di richiamo di interferone, a distanze di tempo più o meno brevi.
La terapia con interferone, inoltre, è coadiuvata dalla somministrazione di ribavirina, un antimetabolita strutturalmente simile alla guanosina ma avente la base azotata modificata.
Somministrazione
La somministrazione dell'interferone deve essere, agli inizi della cura, operata da personale medico specializzato anche se, proseguendo con la cura, è agevolmente praticabile anche dal paziente attraverso l'utilizzo dell'autoiniettore. La via di somministrazione tipica è quella intramuscolare, attraverso una iniezione precaricata del principio attivo. La via sottocutanea è anche utilizzata e, in genere, è adoperata quando il volume della soluzione farmacologicamente attiva è esiguo.
Effetti collaterali
==_Quali sono gli effetti collaterali dell'interferone?
Tra gli effetti collaterali della terapia a base di interferoni quello che, senza dubbio, è maggiormente rappresentativo è la comparsa di uno stato simile all'influenza. La temperatura corporea aumenta di qualche grado e, in generale, il paziente manifesta un intorpidimento generale. L'effetto collaterale simil-influenzale è mitigato attraverso l'assunzione di inteferone durante il periodo serale, affinché i sintomi possano manifestarsi durante il periodo del sonno. L'utilizzo di un farmaco antinfiammatorio, quale ad esempio l'ibuprofene, il paracetamolo o l'acido acetilsalicilico è quasi sempre un rimedio farmacologico per mitigare la sindrome simil-influenzale.
Interferone e anticoncezionali
L'interferone interagisce con la pillola anticoncezionale, diminuendone l'efficacia. Le donne fertili che hanno intenzione di bloccare le gravidanze utilizzando la pillola, per questa ragione, devono ricorrere ad altri tipi di contraccezione, ad esempio il preservativo. L'efficacia della pillola è compromessa poiché l'utilizzo di interferone modula negativamente la concentrazione dell'ormone progesterone e dell'estradiolo.
Interferone in gravidanza
La somministrazione di interferone, in gravidanza, è solitamente sconsigliata poiché nella formulazione è spesso presente la ribavirina che è un conosciuto genotossico. La ribavirina, infatti, porta alla maturazione abnorme del feto durante la gravidanza rappresentando dunque un farmaco teratogeno. In alcuni casi, a seguito di opportune valutazioni da parte dei professionisti della Salute, la terapia con interferone più essere proposta soltanto dopo una accurata valutazione del rapporto costo-beneficio.
Sclerosi multipla e interferone
L'interferone è utilizzato nella terapia per la sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa ad esito fatale, con buoni margini di miglioramento globale delle condizioni del paziente. In particolare, l'utilizzo dell'interferone nella fase precoce della malattia, normalmente identificata con il termine sclerosi multipla con sindrome clinicamente isolata, ritarda la trasformazione in sclerosi multipla clinicamente confermata. La differenza tra i due stadi riguarda i focolai di demielinizzazione (perdita della mielina) che sono, nella fase isolata, confinati e ben distinguibili mentre nella fase confermata risultano disseminati.
La somministrazione di interferone, in base a precise quantità, sembra essere una buona terapia di mantenimento per la sclerosi multipla.
Nei pazienti con sclerosi multipla, la somministrazione di interferone in dosi tali da minimizzare i rischi e le complicanze, sembra portare un tangibile vantaggio anche sulla qualità della vità, ritardando o contenendo gli aspetti di natura fisiologica determinati dalla progressione della malattia.
Lupus
Il lupus è una malattia autoimmune nella quale il sistema immunitario attacca le cellule dell'organismo stesso senza che esse presentino lesioni o possano essere compromesse da infezioni virali. Il lupus è una malattia invalidante, a progressiva espansione e normalmente ad esito fatale se non opportunamente trattata. Alcuni studi suggeriscono un ruolo diretto nella sovraespressione del metabolismo dell'interferone, da intendersi come una eccessiva o incontrollata produzione, degli interferoni alpha e beta.
La modulazione di una terapia di riduzione dell'attività, o dell'espressione degli interferoni, potrebbe in futuro contribuire al controllo della progressione del lupus.
Evoluzionismo:
Abiogenesi,
ipotesi sull'origine della vita,
esperimento di Miller.
Biologia dei microrganismi:
Virus (
capside,
capsomero,
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retrovirus (
integrasi,
trascrittasi inversa,
proteasi),
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Biologia della comunità microbica:
Riproduzione batterica.
Crescita batterica,
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Virologia medica:
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